Approvato oggi dal Cdm il decreto sulle pensioni. Ad agosto verranno restituiti rimborsi una tantum a 3,7 milioni di pensionati

di Marina Crisafi - Sono 3,7 milioni, poco meno dei 4 annunciati ieri dal premier a L'Arena su Rai Uno, i pensionati cui il Governo ha deciso poco fa di restituire il "maltolto", ottemperando così alla pronuncia della Corte Costituzionale sul mancato adeguamento dei trattamenti di previdenza al costo della vita, deciso (per il biennio 2012-2013) dall'allora esecutivo Monti con il decreto Salva-Italia (leggi "Bocciata dalla Consulta la riforma Fornero. Incostituzionale il blocco delle pensioni").

Per il resto il decreto approvato oggi dal Cdm n. 64, ricalca le anticipazioni fatte dal premier in tv per pervenire ad una definizione del nodo delle pensioni.

In realtà, si tratta più di una soluzione "tampone", dato che lo stanziamento di 2 miliardi e 180 milioni (provenienti in larga parte dal "famoso" tesoretto del Def) basterà a coprire soltanto una platea limitata, permettendo però al Tesoro di limitare l'impatto sulle casse dello Stato e rispettare i parametri europei.  

 

Questo il meccanismo "pensato" per i rimborsi:

 

-     Bonus una tantum e a scalare

Dal 1° di agosto la platea delineata dall'esecutivo (circa 3,7 milioni di pensionati) riceverà il bonus una tantum che avrà un impianto "a scalare" con il crescere dell'importo della pensione.

In sostanza, si parte da 750 euro per i redditi da 1.700 euro lordi, scendendo a 450 euro per quelli da 2.200 euro, per arrivare, infine, a 278 euro per i redditi da 2.700 euro.

 

-     Gli esclusi

Rimangono fuori dal rimborso del Governo, circa "650mila pensionati" della platea complessiva che teoricamente poteva accedervi. In particolare, niente restituzione per i redditi pensionistici al di sopra dei 3.200 euro lordi al mese.

 

-     La reindicizzazione

Le medesime fasce saranno oggetto a partire dal 2016 di una reindicizzazione, sempre sulla base di parametri differenziati.

Al rimborso, quindi, si sommeranno incrementi stabili degli assegni, che saranno rivalutati sulla base dell'aumento del costo della vita.

In pratica: per chi percepisce una pensione di 1.700 euro lordi al mese la rivalutazione sarà di circa 180 euro all'anno, scendendo a 99 euro se l'assegno è di 2.200 euro e a 60 se l'assegno è di 2.700 euro. Inoltre, sempre a partire dal 2016, come affermato dal ministro Padoan, "sarà introdotto un meccanismo di indicizzazione rispetto agli anni precedenti" per far sì che i principi di adeguatezza, gradualità e proporzionalità sanciti dalla Consulta, "siano rispettati".

 

-     Le altre novità

Tra le novità che hanno avuto il via libera dal Cdm oggi anche l'avvio del pagamento delle pensioni dal primo giorno del mese, operativo a partire da giugno, e il miliardo di euro "spostato" dal Jobs Act sul Fondo sociale per l'occupazione per il finanziamento degli "ammortizzatori sociali in deroga 2015" (oltre ai 70 milioni per rifinanziare i contratti di solidarietà).

Con la prossima legge di stabilità, infine, a detta del premier, arriverà la riforma sulle pensioni, all'insegna di una maggiore flessibilità in uscita e di un "po' più di spazio" per chi, rinunciando a parte dell'assegno previdenziale, vuole pensionarsi prima del tempo. 


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