D'ora in avanti sarà possibile cestinare le multe inflitte dai vigili in borghese per le violazioni del codice della strada. Parola di Cassazione che ha messo, nero su bianco, il principio per cui l'agente che non e' in servizio e non indossa la divisa non "riveste la qualifica di agente di polizia giudiziaria". In tal caso dunque non e' tenuto a multare gli automobilisti. Sin dal giudizio di primo grado il Giudice di Pace aveva annullato la contravvenzione. Il vigile in borghese, si legge nella sentenza della Corte (n.5771/2008) probabilmente preso da iperattivita', aveva fatto la contravvenzione ad una signora a cui poi l'aveva recapitata a casa. I giudici del palazzaccio ricordano che "gli agenti preposti alla regolazione del traffico e gli organi di polizia stradale di cui all'art. 12 del Codice, quando operano sulla strada devono essere visibili a distanza mediante l'uso di appositi capi di vestiario o dell'uniforme". Inutile dunque il ricorso in Cassazione del Ente comunale che ha tentato di sostenere che al di la' della divisa si tratta sempre di un agente della polizia municipale. La Suprema Corte ha respinto il ricorso anche con il parere contrario della pubblica accusa che aveva chiesto di convalidare la multa. I giudici di Piazza Cavour sottolineano che "come risulta da quanto riportato nella sentenza impugnata e da quanto ammesso dallo stesso Comune, il verbale di contestazione e' stato redatto da un agente della polizia municipale in abiti civili e fuori dal servizio di vigilanza che si trovava a bordo della propria autovettura nel flusso del traffico". Per questo, conclude la Corte, "l'agente di polizia municipale nel momento dell'accertamento dell'infrazione contestata a [...] non rivestiva la qualifica di agente della P. G. come sostenuto dal Comune".
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