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Data: 26/04/2011 10:30:00 - Autore: Paolo Storani POSTA e RISPOSTA n°55 dà il benvenuto a LUCAMORINI78 che interviene sulla problematica sollevata dal sistema operativo utilizzato da Apple: "Purtroppo, Avv. Storani, non credo ci sia scelta neppure con altri s.o.. Android ad esempio (legga Goggle) del quale sono profondo sostenitore (pur disinteressato) ed amante, attualmente è il sistema operativo più venduto ed utilizzato nel mondo e fa la medesima cosa, ma con chiarezza nei confronti degli utenti. Gps, connessioni ed applicazioni varie permettono a Google, Apple o chi per loro, di conoscere la nostra posizione in ogni momento ed anche l'uso che facciamo del terminale. Non ha molta importanza per me, ma la scelta che non viene realmente data agli utenti Apple, può esserlo per altri. Mi auguro che le autorità preposte intervengano con fermezza nei confronti della società di Cupertino. Un software spia è altra cosa rispetto al consenso richiesto espressamente da Google per la condivisione dei nostri dati e spostamenti. Ciò, nonostante il risultato finale sia il medesimo. Per il Suo articolo, mi permetta, voto 10. Davvero un piacere leggerLa. Cordialità. L.M." - Grazie mille, caro Luca, per il Tuo graditissimo contributo (e per i complimenti non meritati). Sì, forse la fondamentale linea di demarcazione è la chiarezza nell'acquisizione del consenso. Di certo, siamo a stretto contatto con un punto nevralgico dei DIRITTI delle persone del globo. Addirittura si potrebbe affermare che si è sulla delicatissima linea di confine tra un sistema democratico ed uno autoritario: permettendo senza ritegno, senza CONTRAPPESI (che magnifico termine, non trovate?), un fagocitante accumulo dei nostri dati sensibili si rischia il GRANDE FRATELLO di George Orwell. Ogni giorno, mentre gironzoliamo per il pianeta, siamo ripresi da centinaia di telecamere, il web stipa i nostri gusti, cataloga le nostre tendenze, le banche immagazzinano i destinatari dei nostri versamenti. Discussione non da poco per i lettori del Portale. Tra l'altro, si tratta di una discussione a priori NON IDEOLOGICA sui diritti delle persone: qui siamo davvero tutti sulla stessa barca. IDEOLOGIA-NON IDEOLOGIA: passando ad altro, mentre sto scrivendo è Pasquetta-Lunedì dell'Angelo-Festa della Liberazione e parrebbe ideologico anche l'ordine degli addendi. Purtroppo in Italia è andata così: una Nazione spaccata a metà ove esporre il tricolore, agitare la Costituzione e cantare l'inno nazionale sono gesti eversivi. Perfino festeggiare l'Unità d'Italia mentre qualcuno ne vorrebbe la disgregazione geografico-politico-sociale. E la MARCEGAGLIA (voto 4 di incoraggiamento), pur di non perdere produttività, pretendeva le fabbriche aperte proprio il 17 mar '11 (già proclamata festa nazionale) in un anno in cui quasi tutte le festività cadono di domenica. Significa non capire l'importanza dei riti e delle solennità per una Nazione ancora giovane ed instabile. Roba da giostra inarrestabile: voglio scendere! Mentre sto scrivendo avrei una gran voglia di criticare dettagliatamente il politico GIOVANARDI (voto 0 paccato) per la sua uscita sulla pubblicità IKEA (voto 7), che si dimostra accogliente anche per le famiglie non tradizionali; vale a dire quelle formate da persone dello stesso sesso: due ragazzi-uomini mano nella mano con la borsa della spesa. In un infrequente caso di autodelazione, l'On.le GIOVANARDI, ch'è pure Sottosegretario alla Famiglia (circostanza aggravante che fa precipitare il precedente voto sottozero, a -2), rende noto il suo pensiero sulle strategie pubblicitarie di un gruppo svedese, tema che non dovrebbe minimamente riguardarlo; del resto, per la proprietà TRANSITIVA, se il responsabile per l'Italia di Ikea non apprezza la campagna elettorale di Giovanardi, si limita a non votarlo; sarebbe sufficiente che Giovanardi non andasse per acquisti all'Ikea: il medesimo Sottosegretario alla Famiglia reputa non solo blasfema, ma addirittura “contro la Costituzione” (perché mai?) se raffigura due uomini che si tengono per mano con la caratteristica busta giallo paglierino dell'Ikea; segue lo slogan, bello, suadente e plurale: “Siamo aperti a tutte le famiglie”. Complimenti! Eppure, percorrere gli interminabili spazi allestiti da Ikea non incontra decisamente il mio gradimento; quelle praterie sconfinate ed obbligate mi sfiancano e mi danno senso di claustrofobia (vorrei scappare ma non posso: dove cavolo sono le casse?! afferro un oggetto qualunque ed a mai più rivederci): in quell'enclave svedese noi mediterranei stiamo tutti un po' ritirati, suvvia; ma sui DIRITTI UMANI v'è da prendere insegnamento, corbezzoli! Del resto, in varie parti dell'Europa sono state varate normative che riconoscono tutte le forme familiari: dai Pacs alle unioni civili, ai matrimoni tra persone dello stesso sesso. E così voglio premiare l'Ikea ...per l'idea (rima discutibile) con qualche acquisto e sto partendo per Ancona per realizzare il mio progetto. Per il momento mi trattengo dall'affondare la critica al parlamentare: potrebbe essere interpretato come una critica ideologica, contro il partito. Ma è ideologico davvero sostenere i diritti delle persone? Stigmatizzare in modo asperrimo chi ha insolentito l'On.le Paola CONCIA che passeggiava inerme per Roma, dolcemente mano nella mano con la persona-donna con cui vive, Ricarda TRAUTMANN, è ideologico oppure è strettamente indispensabile per il vivere civile dei consociati? Invocare, sollecitare la fine dell'OMOFOBIA è essere di sinistra, di centro o di destra o essere (scusate la ripetizione) degli ESSERI UMANI SENZIENTI e PENSANTI? Giace in Commissione Giustizia il disegno di legge sull'omofobia presentato proprio da Anna Paola CONCIA che non può, nella 'civile' Italia, girare in pieno centro di Roma senza essere aggredita verbalmente al grido di "lesbica di merda". Dedico queste righe, insignificanti, al Pantheon di valori di quello stupendo Essere Umano ch'è SERGIO (voto dieci e lode) ed al suo GALLIANO, Compagno di vita ...da una vita (aridaje con 'ste ripetizioni-rime!), ora finalmente, dopo tante ardenti battaglie combattute e perse (con onore), uniti in matrimonio seppur in terra non italiana. Ricordo un passo di un suo post dell'aprile 2010: "il PERCHÉ «le unioni omosessuali non possono essere ritenute omogenee al matrimonio». Nel linguaggio del computer si chiamerebbe «errore circolare». Siccome non possiamo sposarci, allora il nostro non è matrimonio ma una unione. E siccome unione e matrimonio sono fattispecie diverse, allora richiedono trattamenti diversi!". Resta il rammarico, Sergio, di vivere in un Paese che sotto questo e sotto molti altri profili ancora non risponde a criteri di accettabilità e di compiutezza giuridica. Appena il 24 apr '11, grazie alla documentatissima news di Luisa FOTI sul boom di turismo divorzile, apprendevamo su Studio Cataldi che "i matrimonialisti calcolano, secondo stime di settore che, negli ultimi 5 anni almeno 8 mila coppie italiane abbiano divorziato all'estero". Questo nostro Paese, con le sue inconcepibili pastoie, con la sua arretratezza, sta stufando. Ma ci sforzeremo con le nostre mollichine nel tentativo, magari vano, di migliorarlo. Vedi anche: PRIVACY - Inquietante: Apple ci spia - E il Garante? di Paolo Storani |
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