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Data: 22/05/2011 10:30:00 - Autore: Avv. Paolo M. Storani POSTA e RISPOSTA n°60 è un potpourri che si apre con il lettore Pietro CONTALDI "Concordo giustamente con la tesi della necessità di aggiornare la reversibilità al costo della vita. Però, introdurrei anche il dibattito sulla necessità di non far superare la reversibilità oltre una determinata soglia, diciamo sessanta o settanta mila euro. Questo principio si dovrebbe collegare alla riduzione del costo della politica con l'abolizione della liquidazione e la reversibilità ai rappresentanti politici, e l'introduzione della reversibilità da lavoro prima della carriera politica.(Si potrebbe prevedere per la carriera politica la contabilizzazione lavorativa con un bonus, ogni legislatura uno o due anni di anzianità lavorativa). Saluti Pietro" - Grazie molte, caro Pietro ed passiamo ad un altro nostro affezionato visitatore, SILMABRU, che apporta un altro contributo alla problematica in disamina. Ascoltiamolo: "Mi pare molto opportuno raccogliere le opinioni delle persone interessate, come lo sono io, alla reversibilità della pensione. Ma una domanda mi viene da porre: 'C'è qualcuno che si occupa di organizzare la soluzione del problema presentando proposte all'Ente erogatore?' Mi farebbe piacere sapere. Grazie" - MARIO BERTOLOTTI si occupa di tv: "Vorrei ricordare al sig. Rosario Azzara che tutti i televisori degli ultimi anni sono dotati di telecomando, a buon intenditore poche parole ed inoltre mi risulta che anche rai 1 sia un canale pubblico: che critiche si sente di dedicargli sig. Azzara?" - Sì, democrazia del telecomando. Ti rendo anche noto, carissimo Mario, quanto ha diramato qualche ora fa l'Ufficio Stampa di Rai1: sospensione di un programma che, con poco più di due milioni di telespettatori (2.064mila), questo il risultato in termini di ascolti del programma «Ci tocca anche Sgarbi» del critico d'arte (che mercoledì sera ha esordito in prima serata su Rai1) è riuscito nell'impresa di abbassare l'ascolto medio in prime time della gloriosa rete ammiraglia di Stato. L'Avv. MICHELINA D'AMORE, battagliera e fiera, mi fa dannare con una bella lettera da par suo ma tutta incredibilmente in maiuscolo: "GENT.MO COLLEGA STORANI, HO LETTO CON INTERESSE IL COMMENTO PRECISO E PUNTUALE DEL SIG. AZZARO RELATIVO AI "VAFFA" PRONUNCIATI NEL RECENTE PASSATO DA DUE SOGGETTI, LA RUSSA E SANTORO, CHE, PUR NELLA LORO DIVERSITA', REAGISCONO ALLO STESSO MODO OVE OPPORTUNAMENTE STUZZICATI! LA TUA DESCRIZIONE SULLA "NOSTRA " LIBIA ZAMPILLANTE PETROLIO E SULLE CONSEGUENZE CHE DALLA STESSA POTEVANO SCATURIRE HA UN CHE DI POETICO CHE SI INFRANGE NEL MOMENTO IN CUI PENSO CHE, IN QUEL CASO, LA STORIA SCRITTA SINO AD OGGI SAREBBE POTUTA ESSERE COMPLETAMENTE DIVERSA! INFATTI CHI CI DICE CHE AL POSTO DELLA REPUBBLICA DEMOCRATICA FONDATA SUL LAVORO OGGI NON AVREMMO AVUTO UNA DIVERSA FORMA DI STATO/GOVERNO, FORSE ANCHE PEGGIORE? RICORDO CHE DA GIOVANE ADOLESCENTE, FRESCA DI STUDI CLASSICI, AVEVO DEI DIBATTITI MOLTO ACCESI CON MIO NONNO (CON CUI SONO CRESCIUTA ) CHE,NONOSTANTE, LA GUERRA COMBATTUTA DA LUI IN ABISSINIA GRAZIE A! MUSSOLINI, SI INTESTARDIVA A DIFENDERE QUEST'ULTIMO PERCHE', SECONDO IL SUO PARERE, AVEVA FATTO DELLE COSE POSITIVE PER IL SUO PAESE ANCHE SE POI "SI ERA LASCIATO TRASPORTARE DA HITLER VERSO LA ROVINA" (SUE TESTUALI PAROLE)! COME VEDI, DUNQUE, E' INUTILE PIANGERE SUL LATTE VERSATO, PERCHE' NON SAPREMO MAI COSA CI AVREBBE COMPORTATO AVERE IL BICCHIERE PIENO DI LATTE IN QUEL PRECISO MOMENTO STORICO; MENTRE E' UTILE CERCARE DI MIGLIORARCI SEMPRE E COMUNQUE, A PRESCINDERE DAI LIMITI CHE CI PONIAMO O CHE CI VENGONO IMPOSTI, GUARDANDO SEMMAI AGLI ERRORI COMMESSI PER IMPARARE AD ASSAPORARE LA VITA! MICHELINA D'AMORE" - Michelina cara, la prossima volta, quale pena del contrappasso, Ti rispondo riservatamente in cirillico, aramaico o accadico, a Tua scelta. Piuttosto: era dal 14 apr '11 che non Ti facevi più sentire e mi hai suscitato il ricordo meraviglioso di mio nonno Amedeo, meridionale di Nola, che in cuor suo era rimasto monarchico, pur essendo stato un bravo impiegato dell'Ufficio Imposte. Sono pressoché certo che al referendum votò monarchia. Anch'io ho fatto il liceo classico, a Macerata, non a caso 'Giacomo Leopardi': come vuoi che si chiami un Liceo Classico nei paraggi del Colle dell'Infinito di Recanati?!Ringraziamenti anche a SILMABRU ed a Mario, oltre che a LUCIA VALLE che mi ha riscritto privatamente dopo aver letto casualmente la news che Studio Cataldi le aveva dedicato: un enorme in bocca al lupo per quel che sai! L'Avv. TRICCONE apporta una nota amareggiata e dolente di tipo professionale: "E cosa dire quando il dominus affida un incarico importante che il domiciliatario svolge appieno sul campo ed in prima linea realizzando completamente gli interessi della comune mandante e si trova di poi a discutere della sua parcella (ai minimi)?" - Caro Collega, ho trattato l'argomento in un mio libro e nella rubrica dell'11 mar '11; è un pezzo che mi è particolarmente caro e mi permetto il vezzo di riproporlo qui appresso. DOMINUS (per chi ha scarsa dimestichezza con la vita forense, cui magari si è avvicinato da pochissimo tempo) è l'avvocato che ha la gestione della pratica e redige gli atti, tracciando la linea difensiva; tendenzialmente il DOMICILIATARIO è un legale esercente avanti all'Autorità Giudiziaria ove si celebra il processo civile che esegue le istruzioni del dominus, applicandole in concreto e talora conformandole alle prassi adottate in loco. Il dominus può anche essere il miglior avvocato del mondo, ma se il domiciliatario non è più che bravo e diligente nell'espletare i suoi compiti, indirizzando con contatti telefonici e corrispondenza informativa il dominus nella direzione che favorisca un esito vittorioso, ben difficilmente l'epilogo sarà quello auspicato dal dominus. In pratica tutti noi avvocati siamo contemporaneamente e talora RECIPROCAMENTE domini e domiciliatari perché si consolidano rapporti che durano anche tutta la vita professionale. Mi ero prefisso di dare una spiegazione a quanti tra Voi cari, affezionati lettori, mi chiedevano di pronunciarmi sull'arcana endiadi e mi sono permesso di adoperare la definizione che avevo proposto in nota a corredo di un mio libro che ha per filo rosso "Il procedimento sommario di cognizione nei sinistri stradali" edito da Maggioli nel giugno 2010, ma in verità spazia in tante aree del mio vissuto pratico-professionale. E' pur vero che nella realtà di tutti i giorni si prendono solenni arrabbiature per via del domiciliatario che non Ti soddisfa e denuncia illico et immediate l'esaurimento del fondo spese ed allora penso ad una malattia nervosa, ad un periodo di depressione che ha colpito il gruzzoletto che sovente di mia tasca ho costituito al domiciliatario perché si sa che spesso non puoi sovraccaricare il Cliente già in difficoltà giudiziale. E si permettono di scrivere lettere irriconoscenti (del credito che Tu hai riposto in loro). Ti mandano con toni discutibili il miope conteggio che hanno sviluppato conteggiando anche l'aria del respiro, sol premendo un pulsante su un qualsiasi programmino di calcolo e sparano esose cifre che neppure Tu dominus, pur avendo curato ogni significativo incombente di studio della posizione, miriade di contatti, redazione di atti, Ti sogneresti mai di richiedere al Tuo Cliente. Oppure è il dominus che Ti fa dannare perché non si comprende quel che Tu dovresti eseguire tanto sono scombiccherate le istruzioni che T'ha imparito, magari vergandole in un italiondo d'incerto etimo frammisto a latinismi tralatizi che devi prima capire, poi traslitterare ed infine presentarTi avanti al giudice. Ma nascono anche scrigni di Amicizie che solcano i decenni e chissà perché il mio pensiero va automaticamente all'Avv. Lucio NICOLAIS, sontuoso Principe del Foro di Roma ma prima ancora Maestro di vita, cui mi lega un rapporto assai risalente nel tempo, prima più formale, epistolar-telefonico ed ora di affettuosa, grandissima 'stimamicizia' che mi consente, insieme a vari altri di analoga significatività, di somatizzare tutti i dispiaceri che solitamente la professione forense profonde in tema a piene mani; ecco, per gli avvocati il rapporto dominus-domiciliatario è un qualcosa che altre categorie non possono sperimentare e, nel complesso, è una perdita grossa non provare la sensazione di godere, a distanza di centinaia di chilometri, di un Amico vero che di volta in volta Ti insegna con il magistero dei suoi meravigliosi atti frutto di sapienza tecnico-giuridica mista ad esperienza, Ti indica la strategia che a volta conta ben più delle dotte esposizioni, Ti consiglia, Ti agevola la vita e Ti appiana ogni ostacolo, in un rapporto speciale che profuma di grandezza umana unita a semplicità di modi, che è davvero difficile delineare nei suoi esatti contorni e trasmettere ai lettori nella sua quintessenza se non lo si è sperimentato in concreto. Vedersi quando va bene una volta all'anno e trovarsi in ideale simbiosi. E sogno il giorno che mi auguro vicino quando potremo ritrovarci con Lucio, accantonati per un paio d'orette gli assilli quotidiani cui penseremo domani a tutela del comune Mandante, attorno ad una tavola per una cenetta pre-processuale durante la quale ogni scambio di idee, personali e professionali, sarà per me motivo di accrescimento e di pura gioia. Ecco, le altre categorie di professionisti non conoscono questa 'nostra' figura dominus-domiciliatario e mi spiace tanto per loro. - Spegniamo tutti insieme le ideali candeline del sessantesimo P&R, un luogo-non luogo libero, in cui, grazie a Voi che l'alimentate, l'acqua zampilla sempre dalla sorgente e l'aria è sempre pulita come in alta montagna tipo quella pubblicità della grappa di Mike Bongiorno. |
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