|
Data: 23/05/2011 09:00:00 - Autore: Avv. Matteo Santini Ha senso parlare tanto di tariffe forensi, senza focalizzare l'attenzione su di una questione basilare che ne costituisce il presupposto ? La dissertazione sulle tariffe forensi assume quasi i toni di uno scontro generazionale (la vecchia guardia arroccata su impostazioni conservatrici e protezionistiche; le nuove leve, orientate verso una totale liberalizzazione, finalizzata a rendere più agevole l'entrata nel modo delle professioni, da parte di chi, giovane e senza un “cognome” noto, decide di intraprendere la nobile professione dell'avvocato). Per i liberisti intransigenti, i minimi tariffari non avrebbero più ragione di esistere in un mondo dove l'ottica della liberalizzazione del mercato globale sembra avere torchiato ed infranto ogni spinta contraria. Assisto ad aspri scontri tra colleghi i quali, comunque la pensino, animati da pregevoli e valide motivazioni, perdono di vista l'essenza del problema: e cioè che le attuali tariffe forensi sono ancorate a parametri vecchi ormai 7 anni. In un'epoca dove l'inflazione corre a ritmi vertiginosi; dove l'aumento dei prezzi non risparmia certamente gli avvocati; dove il Contributo unificato per gli atti giudiziari, aumenta più dell'inflazione, le tariffe forensi sono invece penosamente statiche ed immutate dal 2004. Come se in quell'anno si sia miracolosamente verificato un perenne congelamento di tutti i prezzi. Eppure la normativa prevede un adeguamento delle tariffe con cadenza biennale. E allora cosa è successo ? Dove l'unica cosa che decresce, sono gli importi liquidati a favore degli avvocati nelle sentenze, l'immobilismo delle tariffe, è la tipica espressione del detto popolare “il calzolaio va in giro con le scarpe rotte”. Siamo tanto bravi nel far valere i diritti dei nostri clienti che ci siamo dimenticati come fare rispettare i nostri. E badiamo bene a non cadere nel solito pessimismo, che ci suggerirebbe di affermare sconsolati “è colpa della politica”, perché non è cosi! E' colpa nostra, che non riusciamo nemmeno a far applicare e rispettare le norme vigenti. Se è stato contemplato che le tariffe forensi venissero aggiornate ogni due anni, significa che con tale cadenza debbono essere aggiornate e non ogni 10 anni. Altrimenti, ove fosse stato previsto un adeguamento con cadenza diversa (magari ogni 6 anni), l'aumento in termini percentuali avrebbe dovuto essere più alto e ciò per una ovvia questione legata all'inflazione. Chiederò a breve un incontro con il Ministro della Giustizia e con chi di dovere, ricordando, che quanto meno le norme vigenti, debbono essere applicate. |
|