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Data: 06/06/2011 10:30:00 - Autore: Avv. Paolo M. Storani POSTA e RISPOSTA n°63 muove dal sasso nello stagno del 26 mag '11 gettato dal Notaio Filippo MORELLO di Ragusa (sono andato a sbirciare su Internet) che, sardonicamente, vuol essere abolito. In questi giorni sono arrivati a Studio Cataldi molti contributi e la parte del leone l'ha fatta un misterioso lettore che abbina tre lettere dell'alfabeto+l'anno passato, XYZ2010, ad un'utenza di posta elettronica identificata. Voglio lasciargli spazio proprio in nome del mio spiccato sentimento del contrario: "e chi dovrebbe fare il lavoro del notaio? l'avvocato? ma per piacere! c'è un tasso di ignoranza tra gli avvocati da far paura ...io dico a ciascuno il suo mestiere ...gli avvocati pensino alla loro tanto amata professione ...e pensino, soprattutto, a farla bene ...E' come se io venissi a dire che, tanto, il lavoro dell'avvocato lo può fare chiunque ...ma questo gli avvocati non lo capiscono. Credono che i notai abbiano costi alti per un motivo di casta e non di responsabilità, che lo Stato glielo consente per capriccio (e non per il fatto che il Notaio gli garantisce gettito) ... io consiglio a voi avvocati, invece, di meditare su una profonda riforma del vostro sistema ...ho sostenuto l'esame di avvocato anche io ed il livello è assolutamente vergognoso ...tale da svilire chi, invece, è veramente bravo. Immagino che questa risposta non sarà mai postata sul sito, come potrebbe? Sarebbe troppo "scomoda"... saluti a Lei" - Sulle prime, ho risposto a tale post privatamente (lo faccio con tantissimi visitatori visto che leggo tutte le lettere, ma proprio tutte), nel modo che segue: "Chi dovrebbe fare il notaio? Un Ufficio pubblico a tassa fissa per esempio. Tanti nostri laureati in giurisprudenza sarebbero perfettamente in grado di fare il lavoro notarile. I migliori saluti". Tra l'altro, in una risposta sempre privata al medesimo lettore esponevo anche: "E' informato su quel che è accaduto al concorso notarile? Non sarebbe ora di abolire la professione lasciando i Notai in servizio liberissimi di continuare e sarebbero certamente apprezzati dalla Clientela per competenza, serietà ed esperienza? Ma la privativa non ha più un senso. Mi fa comunque piacere poter dibattere con Lei di tali significative tematiche. La saluto con viva cordialità". Il 1° giu 2011 mi giunge un altro dispaccio dal medesimo lettore: "so benissimo cosa è successo all'ultimo concorso e naturalmente non è stata una cosa bella. Abolire i notai significherebbe inondare la giustizia di cause civili, con grande felicità degli avvocati (che sono una delle cause dello stato attuale della giustizia, con la loro scarsa preparazione e l'idea che, tanto, fare una causa che costa?) ...pensate a riformarvi....fino ad allora domandatevi perchè lo stato su di voi non investe un euro (tanto che stava per stralciarvi dalla mediazione). La invito, inoltre, per onestà intellettuale e per par condicio, a pubblicare questa discussione sul sito (anche se mi rendo conto che è scomoda ...troppo!). Diversamente, la credibilità di ciò che scrivete è destituita di qualsiasi fondamento sin dall'origine ...saluti" - Chiesto, fatto! Pleonastico sottolineare che non condivido il pensiero del nostro assiduo visitatore, che comunque ringrazio per aver offerto il proprio punto di vista alla discussione. Anche se non nascondo che preferirei rispondere ad un nome ed un cognome, invece che alla parte terminale dell'alfabeto. Per me l'ideale è aggiungere anche da dove si scrive. Con esplicita riserva di tornare in tema, va ricordata la sentenza di qualche giorno fa della Corte di Giustizia Europea - Grande Corte; è stato affermato in procedimento contro il Regno del Belgio che il fatto che l'attività dei notai persegua un obiettivo di interesse generale, ossia quello di garantire la legalità e la certezza del diritto degli atti conclusi tra privati, non è sufficiente, di per sé, a far considerare tale attività come partecipazione diretta e specifica all'esercizio dei pubblici poteri. Secondo la Corte di Giustizia, sentenza C 47/08, “le attività svolte nell'ambito di diverse professioni regolamentate comportano di frequente l'obbligo, per le persone che le compiono, di perseguire un obiettivo del genere, senza che dette attività rientrino per questo nell'ambito dell'esercizio di pubblici poteri”. Il nostro lettore MORSEBA si accoda agli strali: "aboliamo gli avvocati, basta la laurea in giurisprudenza per fare il loro lavoro, anche meglio alle volte! Perchè bisogna fare un esame per fare l'avvocato?". Verrebbe da replicare, orgogliosi del nostro ruolo unico riconosciuto nella Carta Costituzionale, provare per credere! Il lavoro del notaio può tranquillamente essere svolto da un ufficio pubblico con tanti ragazzi laureati in giurisprudenza ben coordinati, preparati ed addestrati che abbiano stipendi acconci e contributi in regola; e magari anche una pensione quando saranno stremati; provi il nostro Morseba ad affrontare un giudizio di opposizione ad una sanzione da 48 euro senza un supporto di un avvocato 'vero' e poi mi racconta com'è andata a finire. Ma ecco apparire il Collega Avv. MARCELLO COLAZZA del Foro di Roma che viene in mio soccorso: "si va bé ma con la integrazione economica che gli passa il Consiglio come la mettiamo una volta che non ce l'ha più e deve andarsi a trovare i clienti come gli avvocati (oggi 27.000 solo a Roma)?" - Bravissimo, caro Avv. Colazza, hai messo il dito nella piaga: il libero mercato. ROSALEO2 ipotizza quanto segue: "se gli avvocati non esistessero bisognerebbe inventarli, giacchè soltanto loro riescono a trovare appigli, virgole fuori posto, interpretazioni ardite, modalità di allungare i tempi; poi arrivano i giudici ... e fanno la legge. Sì, in pratica sono loro che stabiliscono se, come e quando e perchè tu hai torto o ragione, non si attengono alla massima: NESSUNA REGOLA HA VALORE ASSOLUTO SE NON SI TIENE CONTO DELLO SPIRITO CHE L'HA DETTATO E DEL BUON SENSO. Purtroppo Pirandello docet: COSì è SE.. VI PARE". Ho mantenuto il maiuscolo per non modificare la forza che l'autore ha inteso imprimere al passo finale. Fabio VEGLIACH annota in margine alla news della mazzetta chiesta alla mamma della ragazza invalida di Napoli (news del 25 mag '11): "Vorrei che queste situazioni venissero punite in modo esemplare e pesante in modo che non ci fossero più situazioni del genere. Fabio.V." Sempre sulla news del 25 mag '11 LEO 41 rimarca: "L'imperativo non è DENUNCIARE SEMPRE, ma quello di non mettere il mondo del bisogno in queste condizioni". - Sì, okay, caro Leo. Sulla vicenda Obama c. Osama interviene il lettore ALBERTO MARZARO: "Buongiorno, non volevo entrare in merito alla questione in quanto parlare di Obama-Osama (vivo? Morto?), o peggio ancora delle fantascientifiche teorie complottiste sulle torri gemelle, a parer mio è la classica chiacchiera da bar che non porta a nulla. Leggendo però frasi tipo “…Per motivi che non indago (SIC!), Obama ha ritenuto più opportuno annunciare al Mondo l'estinzione dello Sceicco del terrore…” mi vien da dire che il motivo è così palese che non serve indagare. Se Obama infatti avesse annunciato di aver catturato il famigerato Bin Laden, ci sarebbe sicuramente stata una rappresaglia terroristica senza precedenti per ottenerne il rilascio. Quindi, morto o non morto, il dott. Barack ha fatto quello che andava fatto. Dichiarare che Bin Laden è stato ucciso era l'unica via possibile, vera o non vera. Quello che mi chiedo e vorrei chiedere agli illustri (e non) giuristi che frequentano questo sito è se, per “un bene superiore” (cioè evitare ricatti terroristici a non finire) al posto di Obama avrebbero fatto lo stesso. Sono conscio del fatto che stiamo abbandonando la giurisprudenza e ci inoltriamo nella filosofia, non me ne vogliate. Alberto Marzaro da Padova". Ringrazio tutti per avere espresso le proprie opinioni a Studio Cataldi. |
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