Data: 22/07/2011 16:50:00 - Autore: Luisa Foti
Secondo quanto rende noto Palazzo Chigi, il Consiglio dei Ministri, riunitosi il 22 luglio 2011, ha approvato, su proposta del Presidente Berlusconi e del Ministro per le riforme per il federalismo, un disegno di legge contenente una serie di modifiche per �modernizzare l'architettura costituzionale�. Tra le principali modifiche il ddl prevede la riduzione del numero dei deputati e dei senatori per snellire e ridurre i costi della politica. La proposta stabilisce poi che l'indennit� parlamentare venga commisurata alla effettiva partecipazione ai lavori parlamentari. Oltre alla trasformazione del Senato in senso federale, il disegno di legge prevede l'eliminazione del cd. �bicameralismo perfetto� con una forte semplificazione dei procedimenti legislativi per garantire la governabilit�. Abbassamento dell'et� per l'elettorato passivo sia per la Camera che per Senato e nuova ripartizione delle competenze legislative fra Stato e Regioni in materie molto delicate come l'energia e le infrastrutture strategiche. Per quanto riguarda il procedimento legislativo, solo per poche e delicate materie, la revisione della Costituzione, si proceder� con il sistema bicamerale perfetto, mentre negli altri casi la competenza sar� distinta tra i due rami. Oltre certi tempi, inoltre, il Governo avr� potr� chiedere la conclusione dell'esame di disegni di legge, presso la Camera dei deputati. Rafforzamento dei poteri del Premier, che assumer� il nome di Primo Ministro che revocher� i Ministri ed i Viceministri e avr� il potere di richiedere al Presidente della Repubblica lo scioglimento della Camera dei deputati. Secondo quanto prevede il ddl licenziato dal Cdm, un'eventuale approvazione della mozione di sfiducia non determiner� lo scioglimento necessario della Camera dei deputati. La legge elettorale, con l'indicazione del Primo Ministro, dovr� garantire la formazione di maggioranze solide e il Primo Ministro sar� nominato dal Presidente della Repubblica sulla base dei risultati delle elezioni. Rimangono infine inalterate le istituzioni di garanzia dell'ordinamento costituzionale come la figura del Presidente della Repubblica �garante dell'equilibrio fra i poteri� come si legge dalla nota diffusa da Palazzo Chigi.
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