Data: 19/08/2011 11:00:00 - Autore: Avv. Paolo M. Storani
Pollenza è un luogo assai ameno in Provincia di Macerata ove mi rifugiavo ad ogni scossa di terremoto violenta, nel '97. Bisognava fare l'abitudine alla terra ballerina dell'Umbria e delle Marche: tante scosse quotidiane. Era divenuto quasi un riflesso condizionato: ero il ...CANE di PAVLOV (l'esperimento classico di Pavlov si propone la dimostrazione del riflesso condizionato, cioè con uno stimolo naturale si è in grado di provocare il verificarsi di un determinato evento di risposta). Ero al lavoro avanti al pc, seguiva sgrullone tettonico, chiudevo tutte le apparecchiature elettroniche e via in auto a Pollenza, chissà mai perché sempre a Pollenza, ove portavo anche mio padre. Ora purtroppo divampa in quella zona la polemica su un temibile impianto di smaltimento dei rifiuti (frutto del Consorzio di molti Comuni) che inonda di miasmi insopportabili un'ampia fetta di territorio tra Tolentino e Macerata: proprio niente male come biglietto di presentazione e saluto di benvenuto a chi arriva a Macerata dall'entroterra umbro. Ne risulta colpito, in particolar modo, il bel quartiere di Sforzacosta. Immaginate le notti torride estive tappati in casa con l'aria irrespirabile e nauseabonda dell'impianto che si chiama COSMARI?! Una puzza che alcune notti dà conati di vomito tant'è intensa, anche soltanto a transitarci in macchina. Si ignora se sia foriera di TUMORI, di certo è foriera di fondati ...TIMORI. Se per gli umani la vita è agra, non c'è pace neppure per i quadrupedi. Stavolta per via di una nuova disposizione del regolamento di polizia urbana e rurale istituito dall'Amministrazione Comunale di Pollenza. L'articolo 38 del titolo IV testualmente recita: “è vietata la tenuta e la custodia, all'interno dei centri abitati, di più di due capi adulti di cani”. Per i trasgressori, multe da 25 a 500 euro. Il Sindaco ne giustifica le ragioni: il disturbo della quiete pubblica ed i problemi di igiene. "Diverse persone si sono lamentate per i cattivi odori che provengono da quegli appartamenti dove vivono più di due cani". Il Sindaco, veterinario di professione, non spiega, però, cosa debbano fare i proprietari degli animali ...in esubero. Forse smaltire gli amati compagni di vita presso l'impianto del COSMARI? Ovvero trasferirsi baracca e burattini in altro luogo. Di certo il provvedimento non persegue chi maltratta gli animali, ma colpisce indistintamente tutti coloro che li amano; giunge in tempo di vacanze, ma anche in tempo di ABBANDONO per tanti cani e gatti; a mio sommesso avviso la notizia è grave ed allarmante: ho perso le parole, per dirla con Luciano LIGABUE. E l'Amministrazione Comunale di Pollenza è caldamente invitata a riconsiderare tale limitazione numerica, già in vigore dal 25 giu '11. Infine, non è ben delineato, anzi è assolutamente generico, il concetto di "CENTRI ABITATI". In prospettiva anti-animalista parrebbe l'universo mondo a meno che uno non abiti in perfetto eremitaggio come faceva la cara e coraggiosa teologa e scrittrice Adriana ZARRI, in compagnia di una miriade di animali nell'isolamento del Molinasso, una vecchia cascina sulle colline nei dintorni di Ivrea. Eppoi, caro Sindaco, come fa ad affermare che "capita che persone che vanno a caccia tengano nel centro abitato 5, 6 o 7 cani insieme e che i vicini poi vengano a lamentarsi" senza che venga perseguito il singolo individuo responsabile che non rispetta le leggi, invece di comminare a tutti e sanzionare indefinitamente tutti i possessori di animali? Si ricordi, caro Sindaco, la predizione di Albert EINSTEIN sulle api, che più o meno recita così: "Se un giorno le api dovessero scomparire, all'uomo resterebbero soltanto quattro anni di vita". Il ragionamento che sottende a quell'affermazione è sicuramente, almeno in via di principio (niente più api, niente più impollinazione, niente più frutta e vegetali), estensibile ai cani, compagni fedeli, anche in gruppi di tre, se consente, dell'esistenza dell'uomo. Da sempre. Quantunque non Le chieda di tollerare la presenza di cinque alani in un appartamento di cinquanta metri, il Suo non mi pare un condivisibile modo di tutelare la salute ed il benessere dei cani ch'è invece, guarda un po', un DOVERE per tutte le Istituzioni fissato da norme nazionali ed internazionali. Infatti, un aspetto della moderna LEGALITA' è combattere il maltrattamento degli animali d'affezione, reato penale, e provocare sentenza di condanna a carico di pone in essere condotte integranti i predetti reati. E ciò riempie i cuori di milioni di italiani che sollecitano costantemente le Istituzioni in tal senso, con invito a rompere il velo dell'omertà e coadiuvare gli uffici legali delle associazioni animaliste e gli Inquirenti. Appena l'8 lug '11 Studio Cataldi annotava a firma del Direttore la sentenza della Cassazione n°26368 del 2011: "Giro di vite della Cassazione contro chi dimostra insensibilità verso i propri cani e ritiene legati a catena nella corte. Si tratta di un comportamento che la Suprema Corte definisce senza mezzi termini come un 'inutile INCRUDELIMENTO sui poveri animali'". Orsù, caro Sindaco di Pollenza, annulli quel divieto! In fondo, una delle doti più apprezzabili nel saggio è riconoscere i propri errori e porvi rimedio.
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