Data: 18/08/2011 10:00:00 - Autore: Nadia F. Poli
Manovre d'esate: Il segretario della CGIA di Mestre, Giuseppe Bortolussi, quantifica gli effetti fiscali delle recenti manovre correttive � quella di luglio e la manovra bis di agosto - e lancia un allarme: nel 2013 la pressione fiscale si attester� al 44,3%, gravando sui cittadini e sulle imprese. Il rischio che possa soffocare i deboli segnali di ripresa dell'economia degli ultimi mesi � elevato. Nel 2013 il carico fiscale si stima possa aumentare dell'1,7% . A tali risultati, informano dalla CGIA, si � giunti muovendo dalle previsioni di finanza pubblica contenute nel DEF 2011 (Documento di Economia e Finanza), e dall'ipotesi che le maggiori entrate fiscali per gli anni 2012 e 2013, subiranno un incremento dovuto proprio agli effetti fiscali previsti dalla manovra correttiva di luglio e dalla maxi-manovra di agosto. La simulazione � dunque la risultante della somma tra le entrate fiscali previste per il 2012 dalla manovra di luglio (che ammontano a circa 6.081 milioni di euro) e il gettito aggiuntivo, previsto dalla manovra bis, che si traduce in 4 miliardi di euro derivanti dalla diminuzione delle agevolazioni ed esenzioni fiscali, cui si aggiungono ulteriori 3 miliardi di euro dalla �Robin Tax�, la tassa sulle imprese, energetiche italiane, dal contributo di solidariet�, dalla riforma della tassazione delle rendite finanziarie. Per il 2012 sono state prese in considerazione le stesse entrate fiscali stimate per il 2014. �Per stimare la pressione fiscale negli anni 2012 e 2013 � ha precisato Bortolussi - abbiamo classificato come entrata fiscale anche il gettito prodotto dalla futura riforma della assistenza sociale. Tale decisione � coerente con la norma di salvaguardia che prevede, nel caso di mancata attuazione della delega, che si proceda al taglio delle detrazioni e delle agevolazioni fiscali e quindi un conseguente aumento delle entrate fiscali. Nel caso la riforma assistenziale venisse attuata, si pu� ipotizzare che i 4 miliardi di gettito anticipati al 2012 e i 20 miliardi anticipati al 2013, si traducano in minori erogazioni ai cittadini e quindi vengano considerati nei bilanci pubblici come risparmi di spesa. In questa ultima ipotesi, la pressione fiscale potrebbe essere inferiore a quella ipotizzata nella nostra elaborazione�.
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