Data: 02/09/2011 11:00:00 - Autore: Avv. Paolo M. Storani
POSTA e RISPOSTA n°104 è dedicata all'Avv. Maria Teresa MORINI del Foro di Venezia che alle h.13:44 del 26 ago '11 ci invia alcune pregevoli considerazioni sul nostro sistema carcerario attuale e futuro: "Mi permetto di ritornare su questo argomento che mi sta molto a cuore. Il sentire comune, lo sappiamo, è contro ogni beneficio, anzi spesso e volentieri 'la piazza' è più forcaiola di quanto non si pensi. Ma la inesorabile realtà è che la situazione carceraria è assolutamente insostenibile in Italia e certamente non credo possa essere risolta con la costruzione di nuove carceri, salvo che costruire nuovi edifici funzionali, igienici e vivibili, in sostituzione di tanti fatiscenti esistenti. Spesso ricavati da antichi presidi (vedasi carcere di Volterra situato nella fortezza...). Piaccia o non piaccia alla gente, se non sarà un nuovo indulto sarà amnistia, ovviamente con esclusione dei reati più gravi, come d'altra parte le leggi istitutive hanno sempre previsto. Anche se 'la piazza' invoca la certezza della pena, vale a dire se sei condannato a dieci anni di! reclusione, dieci anni te li devi fare, è pur vero che un sistema penitenziario, in uno stato moderno, non può essere articolato soltanto dentro le mura carcerarie. Le idee in Italia su questo argomento non sono mancate, ma come sempre manca la volontà e lo spirito di porle in essere. Bisognerebbe ristudiare e rivedere tutto il sistema della pena afflittiva e del recupero del detenuto, essendo ben chiaro che il rispetto dei Diritti dell'Uomo vale anche per lui, poichè lo Stato che comunque decide di punirti e di rinchiuderti è doppiamente responsabile dei diritti della persona e della qualità della sua vita ancorchè ristretta. Grazie Mtmorini". - Grazie a Te, cara Teresa, per espressioni che condivido in pieno. S'impone anche un argine all'uso della CUSTODIA CAUTELARE in carcere che ha assunto dimensioni incredibili. Dal Consiglio d'Europa giunge il monito del Commissario per i Diritti Umani Thomas HAMMARBERG: il 43% dei detenuti italiani è sottoposto a tale misura contro la già preoccupante media europea del 25%. La lavagnetta è a Vostra disposizione per altri interventi.
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