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Data: 10/10/2011 11:00:00 - Autore: Avv. Paolo M. Storani
POSTA e RISPOSTA n°134 apre al toc toc dell'Avv. ROBERTO BETTI del Foro di Roma, il quale, alle h.16:57 del 1° ott '11, interviene sulla questione dominante della CACCIA AL LUPO: " ...e perchè mai l'uomo non dovrebbe essere armato contro un animale a lui nocivo? Oppure il lupo è utile all'uomo o 'benemerito' per un qualsiasi motivo? Che bello se tutti rinsavissimo abbandonando questo animalismo d'accatto e valutassimo attentamente la vera dimensione del concetto-sistema di bio-diversità, senza sciroppose tirate su lupacchiotti ruzzanti o su (pur simpaticissimi e graditissimi in casa) micioni o micetti che fanno le fusa?" - Stimo molto l'Avv. Betti senza condividerne quasi mai il pensiero. E' il bello della democrazia e della libertà di espressione.
HAFLINGER3 alle h.13:23 del 1° ott '11 ci scrive quanto segue: "Allora prima di tutto il lupo aiuta l'ecosistema non ELIMINA gli animali di cui si ciba (mufloni,cervi) anzi eliminando i capi più deboli, i vecchi o i malati favorisce la sopravvivenza dei più forti,cosi che la specie continui senza prendersi malattie o morire per la mancanza di cibo.
Il lupo non attacca mai l'uomo ...l'esempio della famiglia nel bosco è una cosa orrenda da dire, il lupo ha paura di colui che l'ha perseguitato per anni solo perchè condivideva le stesse risorse ...non si è mai sentito quindi per favore evitiamo di dire cose che non conosciamo.
Io conosco benissimo questo carnivoro e non penso ci sia bisogno della caccia dato che gli esemplari sono 800/1000 in tutta italia ...certo vivere in in paesino sulle montagne poi al confine con la Francia è ovvio che ci siano ma sono nel loro habitat 'la montagna' quindi non vedo perchè debba rischiare nuovamente l'estinzione solo perchè ha la colpa di essere un eccezionale predatore e di vivere." - Grazie, caro HAFLINGER3 per il Tuo apporto alla discussione sul fiero animale selvatico.
GIUSEPPE "PIPPO" ZANNETTI alle h.17:52 del 1° ott '11 mi inoltra l'analitico e documentato quadro di sintesi che segue: "Il rischio più consistente da pullulazione di carnivori selvatici è la diffusione della rabbia, malattia antica che è stata riportata di attualità proprio dal ritorno del lupo sulle nostre montagne.
Contro questa malattia non esiste alcuna profilassi sanitaria se non quella di tenere sotto controllo le popolazioni di carnivori selvatici: la vaccinazione 'aerea' con esche contenenti il vaccino non garantisce sull'effettivo blocco della malattia, ha costi elevatissimi e non riduce le popolazioni presenti sul territorio, comunque in costante aumento. Dette popolazioni non possono espandersi verso la pianura, del tutto inospitale e troppo antropizzata,per ospitarle e offrire loro una vera vita 'selvatica'.
Del resto, anche la montagna e il relativo ambiente agrosilvestre non sono più quelli di solo pochi anni fa: le strade asfaltate con traffico intenso arrivano fino a 2000 metri et ultra e le piste di sci, i sentieri le vie forestali, gli insediamenti turistici invadono tutto il resto.
Il povero lupo, come fanno altri animali ormai selvatici solo di nome, è diventato un animale 'da cassonetto delle immondizie' dove trova di che saziare la sua fame: altro che animale fiero e feroce, ma non per questo fa meno paura, soprattutto - ripeto - per il rischio infettivo: ricordo che la rabbia è malattia inevitabilmente mortale e tremenda nelle sue manifestazioni cliniche anche per l'uomo.
In questa situazione, la caccia al lupo potrebbe diventare inevitabile, almeno nelle zone a più alto rischio e densità di questi animali, ma sarebbe utile procedere subito alla caccia spietata nei confronti di chi, diversi anni fa, si diede tanto da fare anche a livello politico e istituzionale per reintrodurre il lupo in Italia, ignorando o fingendo di ignorare che non esistevano più i presupposti biologici e ambientali per garantirne una sopravvivenza senza rischi per la comunità umana e per quella animale.
PIPPO". - Ti ringrazio sentitamente, caro Pippo, per il Tuo contributo che i lettori di Studio Cataldi non mancheranno di esaminare in tutti i suoi aspetti e di commentare fruendo del post qui in calce.
Alle h.8:17 del 5 ott '11 PIERGUIDO FALCUCCI mi inoltra il seguente, interessantissimo posto: "sig. PESCIUS, frequento abitualmente delle valli in Piemonte al confine francese, ho avuto occasione di incontrare il Lupo, o di verificarne la presenza, ma da esperienze sul "campo" e un po' di sano scambio di opinioni di chi è più esperto di me non sono a conoscenza di "branchi di lupi affamati" o peggio ancora aggressivi nei confronti dell'uomo.
Semmai di branchi di cani randagi che assalgono per il solo gusto di uccidere o pericolosi per l'uomo, questo si e' risaputo e pericoloso.
Non vorrei che avesse confuso il tipo di animale durante le sue escursioni. Pierguido Falcucci
" - In effetti, caro Pierguido, è la stessa impressione che ho serbato io non appena letto l'intervento di PESCIUS, pubblicato online il 1° ott '11 nel POSTA e RISPOSTA n°128.
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