Data: 09/10/2011 10:00:00 - Autore: Nadia F. Poli
In 30 anni di condoni (edilizi, fiscali, previdenziali, etc.) l'Erario ha incassato 104,5 mld di euro. Le sanatorie economicamente più redditizie per le casse dello Stato sono risultate essere quelle tombali. Secondo i calcoli del CGIA di Mestre, nel 1982 e nel 1992, hanno garantito rispettivamente il 113% e il 120,6% del gettito previsto. Risultati sopra ogni attesa anche nel biennio 2002-2003: dal condono tombale, sono arrivati 12,8 mld di euro, contro gli 8 mld di gettito previsto, pari ad un 160,4% in più, sul totale di incasso atteso. Gli altri condoni si sono invece rilevati quasi un fallimento: risultato deludente per il condono delle scritture contabili, introdotto nel 1995, che ha generato solo il 2,7% dell'incasso previsto, e per quello relativo ai rifiuti, del 1989, che ha prodotto solo il 3,3% del gettito auspicato. “Premesso che l'introduzione di qualsiasi condono fiscale è, a mio avviso, immorale ed eticamente sbagliato – spiega Giuseppe Bortolussi, segretario della CGIA di Mestre – ha senso proporlo solo quando ci si trovi di fronte ad una importante riforma del fisco in cui si debbano chiudere i rapporti rimasti aperti tra l'Amministrazione finanziaria e i contribuenti che azzeri i contenziosi tra le parti'.
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