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Data: 14/10/2011 11:00:00 - Autore: N.R.
La Corte di Cassazione mette in guardia genitori e nonni dall'essere troppo iper protettivi e dall'isolare figli o nipoti dal resto del mondo.
Secondo i giudici della Suprema Corte anche un eccesso di protezione equivale a maltrattamento.
Con questa motivazione i giudici di piazza Cavour hanno reso definitiva la condanna per maltrattamenti (ad un anno e quattro mesi di reclusione) inflitta ad una madre e ad un nonno che avevano tenuto un minorenne in uno stato di iper protezione che gli aveva reso difficile adattarsi al mondo esterno e perfino di camminare.
La decisione è della sesta sezione penale della Corte (sentenza n. 36503/2011). Il minorenne aveva sostanzialmente subito questi atteggiamenti iperprotettivi fino alla preadolescenza "con
l'imposizione di atti riservati all'eta' infantile" e con "l'esclusione del minore da attivita' didattico istituzionali legate alla motricita'".
Il nonno e la mamma del bimbo avevano anche impedito al piccolo di avere rapporti con i suoi coetanei.
Insomma per la Corte si tratta di un comportamento incaccettabile.
Secondo i familiari del piccolo questo comportamento poteva essere considerato si patologico ma non per qeusto passibile di condanna penale.
Sin dalle prime fasi del giudizio, i giudici di merito avevano ravvisato nella fattispecie un'ipotesi di reato e la Cassazione ha ora confermato il verdetto.
Ricorrendo in cassazione i familiari hanno tentato di difendersi spiegando di essersi comportati in buona fede e che comunque il bambino in quello stato di isolamento aveva avuto uno "stato di benessere".
Respingendo il ricorso la Cassazione evidenzia che è
del tutto "irrilevante il riferito stato di benessere del bambino,
tenuto conto che, non a caso, in tutti i sistemi di civilta' evoluta,
lo Stato puo' verificare in modo intrusivo le realta' di disagio
anomalo nella famiglia e le loro cause umane, imponendo prescrizioni
ai famigliari, sino alla decadenza della potesta', all'allontanamento
e allo stato di adottabilita' del minore stesso".
La persistenza "delle metodiche di iper accudienza e di isolamento - continua la Corte - in palese
violazione delle indicazioni e delle prescrizioni talora imposte e
talora pure concordate, segnala, al di la' di ogni ragionevole dubbio,
la pacifica ricorrenza della intenzionalita' che connota il delitto di
maltrattamenti".
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