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Data: 01/12/2011 09:30:00 - Autore: N.R.
Il direttore di una rivista online non è responsabile di eventuali commenti dei lettori a contenuto diffamatorio. Parola di cassazione.
I giudici di Piazza Cavour hanno infatti annullato "perche' il fatto non e' previsto dalla legge come reato", una condanna ex art. 57 c.p. (che punisce i reati
commessi con stampa periodica) inflitta alla direttrice dell'edizione on-line dell'Espresso.
La condanna era stata giustificata dall'omesso controllo di un 'post' diffamatorio pubblicato da un lettore.
Secondo la Suprema Corte (sentenza numero 44126 della Quinta sezione penale) "per le pubblicazioni a mezzo
della rete informatica, quantomeno per quelle che vengono 'postate'
direttamente dall'utenza, senza alcuna possibilita' di controllo
preventivo da parte del direttore di testata, deve essere svolto un
discorso analogo a quello operato in materia radiotelevisiva".
Come osservano gli ermellini "non vi e'
solamente una diversita' strutturale tra carta stampata e Interent, ma
altresi' la impossibilita' per il direttore della testata di impedire
la pubblicazione di commenti diffamatori, il che rende evidente che la
norma contenuta nell'art. 57 del c.p. non e' stata pensata per queste
situazioni, perche' costringerebbero il direttore ad una attivita'
impossibile, ovvero lo punirebbe automaticamente ed oggettivamente,
senza dargli la possibilita' di tenere una condotta lecita".
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