Data: 21/02/2012 10:00:00 - Autore: Avv. Paolo M. Storani
POSTA e RISPOSTA n.246 h.17:15 del 15 feb '12 è una carrellata grave e serissima: un problema terribile ed angosciante che nasce dal rapporto PM-GIP e dal fatto che chi giudica i suoi simili deve avere un approccio RIGOROSISSIMO e deve rispettare le norme procedurali e sostanziali che sovrintendono alla delicatissima materia maneggiata da costoro; è dinamite e massime cautele s'imporrebbero; lascio la parola al lettore che, per ovvie ragioni, tengo nell'anonimato: "Premesso che ho molta diffidenza nei confronti dei giudici per avere subito ai tempi di Tangentopoli, 1992, un arresto, con detenzione in carcere per due giorni, per una presunta concussione. Vicenda conclusasi sette anni dopo con assoluzione "PERCHE' IL FATTO NON SUSSISTE", costata circa 40 milioni di onorari per gli avvocati. Rimesso in libertà dopo meno di 48 ore da un giudice che, durante l'interrogatorio di conferma dell'arresto, avanti a due miei avvocati, spudoratamente, ammetteva di avere firmato l'ordine di arresto senza avere letto nulla delle prove prodotte dal P.M., ma che essendosi reso conto che, forse, non c'entravo in tutta la faccenda, mi rilasciava libero. Mentre stavo lasciando il carcere, ci ripensa mi dà ancora 10 giorni di arresti domiciliari; motivati sapete come? Dal fatto che la gente avrebbe detto "Ma come, già in libertà". Premesso quanto sopra, l'altro giorno mi sono preso la briga di leggermi i casi in cui i giudici dovrebbero rispondere del loro operato. DOLO, COLPA GRAVE, OMISSIONI, FALSE APPLICAZIONI DEI CODICI ECC. Ebbene vorrei tanto sapere dove è lo scandalo e dove sta scritto che tutte le categorie sono soggette a pagare quando commettono azioni lesive degli interessi altrui, meno una, questa CASTA INTOCCABILE che si può permettere di rovinare la vita del prossimo senza che nessuno possa dirgli nulla. Mi piacerebbe tanto sapere come si regolano in Germania Francia e Svizzera in casi analoghi. Grazie". Ti ringrazio, caro lettore, perché hai trovato la forza di rivangare e partecipare ai lettori di Studio Cataldi quell'episodio orribile per il quale meriti tutta la solidarietà del Portale e mia personale. Lasciano sempre più perplessi tutti questi rapporti d'amorosi sensi tra PM e Giudici: vanno al bar insieme per l'aperitivo, pranzano e cenano insieme, addirittura chi svolge le delicate funzioni di GIP compone sistematicamente i Collegi del riesame: in alcuni Tribunali questo accade e sono cose che tutti i miei Colleghi vedono con i loro occhi e vivono sulla propria pelle. La presenza del difensore? Un orpello inutile, anzi fastidioso. E bisogna pure far buon viso a cattiva sorte: hanno il coltello dalla parte del manico. Il GIP emette con superficialità un sequestro (misura cautelare reale) che probabilmente manderà a gambe per aria un'azienda medio-piccola che pure dà lavoro a un centinaio di bocche da sfamare, all'esito di un'indagine della Procura che dire frammentaria è poco, condotta con l'artificio di procedere per anni CONTRO IGNOTI, pretende, sicurissimo di quel che sostiene e rivolgendosi al Cancelliere, di essere inserito nel Collegio giudicante del riesame su quella misura. Ho sempre serbato il massimo rispetto per la Magistratura; è un rispetto che ho stampato nel mio DNA, ho difeso i magistrati nella deriva dell'ancient regime e della notte del principio di legalità, ma la fase involutiva della Magistratura è evidente. EVIDENTISSIMA. Uno dei gangli vitali del sistema Giustizia è il GIP: se io svolgessi quelle funzioni, sarei ferreo e rigorosissimo nel giudicare l'operato del Pubblico Ministero, della Procura tutta, quand'anche composta di miei compagni di studi, di miei colleghi magistrati. E non mi preoccuperei che così agendo può finire l'amicizia. Se il Procuratore della Repubblica o il Sostituto Procuratore sono intelligenti, devono comprendere che il collega togato GIP sta semplicemente facendo il proprio lavoro con scrupolo e passione. Potrà vedere benissimo le questioni in un modo diverso dal Pm proprio perché il suo è un angolo visuale diverso; suvvia, se insorge l'acredine significa che quel collega magistrato come amico è meglio perderlo che guadagnarlo. Il GIP non deve guardare in faccia nessuno, men che meno la Pubblica Accusa. Dovrebbero scriverlo al posto della targa che recita quella frase ovvia e tautologica che la legge è uguale per tutti. Ci mancherebbe altro che così non fosse! L'ideale sarebbe che GIP e PM non si frequentassero e, quindi, il GIP apparisse anche esteriormente equidistante dai litiganti, per quanto appartengano entrambi alla Magistratura. Il GIP deve capire che svolge un ruolo fondamentale, NEVRALGICO e deve esigere il massimo rispetto da chiunque. Se cede il GIP, crolla quasi tutta l'impalcatura a garanzia del cittadino congegnata dal legislatore della Riforma, quella riforma che salutammo con grande ammirazione alla fine degli Anni Ottanta ed ora non ha più padri. In quanti giorni il GIP emette il provvedimento richiesto dal PM? Fate caso alle date: spesso un giorno!!! Un autentico Superman. Mandrake. Anni di indagini preliminari a fari spenti per la Procura, un giorno, forse solo qualche ora, per il GIP: è verosimile che lo studio delle carte e la stesura del provvedimento sia caratterizzato da PONDERAZIONE? Dev'esserci qualcosa che non funziona nell'ingranaggio della Giustizia Penale. Incredibile anche se, nella sostanza, non mi ha stupito neanche un po', il caso verissimo del GIP che ha ripreso e ricopiato il file della richiesta del PM senza cambiare neppure l'intestazione. Ne dà notizia la Stampa.it del 3 gennaio 2012: " I giudici del Riesame muovono severe critiche all'operato del gip ... In particolare, osserva il collegio (presidente Angela Paolelli, giudici Rossella Marro e Stefano Risolo) che »dalla lettura del provvedimento (l'ordinanza di custodia cautelare) emerge che lo stesso consiste nella totale trasposizione della richiesta del pubblico ministero, con il solo inserimento di una breve parte introduttiva di carattere meramente giuridico«. »Il gip, senza aver fatto in alcun modo espresso riferimento alle argomentazioni svolte dal pm nella relativa richiesta, - scrive ancora il Riesame - riporta fedelmente il contenuto della stessa, capoverso per capoverso, mantenendo l'utilizzo delle espressioni 'presente richiesta di misura cautelare', 'questo pm', 'codesto gip«'. La Cassazione, sottolineano i giudici del Riesame, ha sancito che l'ordinanza del gip »non può essere considerata nulla se risulta che il giudice abbia preso cognizione del contenuto delle ragioni dell'atto richiamato, ritenendole coerenti alla sua decisione«. Ma in questo caso, i presupposti non ci sono: »Manca infatti nell'ordinanza il riferimento espresso al provvedimento o all'atto richiamato, nonchè l'indicazione delle ragioni, sia pure sintetiche, dell'adesione alla motivazione espressa, così come è del tutto carente qualsiasi accenno di autonoma valutazione in ordine agli elementi indiziari«. Anche i giudici civili talvolta ricorrono al taglia ed incolla da qualche sito. Gli avvocati attenti e documentati riescono ad accorgersene subito perché per prima cosa conoscono lo stile ed il periodare del giudice. Il giudice civile che adotta tale pessima prassi infila sempre nel provvedimento uno strafalcione, un aspetto pleonastico che nessuna delle parti ha agitato: un qualcosa che non c'entra niente con la questione che sta delibando. Gli avvocati veri divorano provvedimenti, si cibano di sentenze come ruminanti. Sono quegli stessi avvocati che i giudici, quando sono indagati, vorrebbero avere. Come esistono splendidi PM, ed il pensiero corre in automatico al Dott. Sergio SOTTANI, Procuratore della Repubblica di Forlì ed allievo del mio stesso Maestro Alberto TAGLIENTI, ed esistono tanti bravissimi GIP; eccellente, ad esempio, è il Dott. Guido SALVINI, che da Milano si è trasferito a Cremona; ma la mia esperienza recente per l'Italia è DESOLANTE per l'appiattimento che si constata. C'è da farsi veramente il sangue amaro. Quel che per la prima volta, dopo trent'anni di attività sul campo, rilevo è, infine, una preparazione lacunosa nei giovani e stantia, obsoleta nei meno giovani. Temo che neppure più il concorso per la magistratura sia improntato a quel rigore che è (era?) garanzia primaria per i DIRITTI CIVILI FONDAMENTALI del cittadino. Dispiace molto ad esprimersi così, ma il malumore è dettato proprio dall'amore per la Giustizia con la lettera maiuscola. E se, come si potrebbe presagire, si assottiglia progressivamente anche la libertà d'azione (ed ogni modifica normativa muove sempre in quella direzione, come con poderosa incisività ha declamato nell'audizione in Parlamento il nostro Presidente Prof. Avv. Guido ALPA e, sia detto in tutta serenità, non condivido il tono di quel ha scritto ieri, 20 feb '12, su "Affari & Finanza", Gianluigi PELLEGRINO nell'elzeviro "Avvocati, giù dalla diligenza": la nostra è una battaglia per il cittadino, per nulla corporativa), neppure noi avvocati, categoria tra le più 'liberalizzate' che esista, potremo far più niente di significativo. Cade l'estremo baluardo. Con buona pace di Giorgio AMBROSOLI, ucciso dalla Mafia, e di Fulvio CROCE, assassinato al tempo delle Brigate Rosse, Colleghi che per la professione e per la TOGA hanno dato la cosa più cara che avevano: la vita.
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