Data: 23/02/2012 11:30:00 - Autore: Avv. Paolo M. Storani
L'Avv. GAETANO REGINE (del Foro di Napoli: ho sbirciato su Google) è su POSTA e RISPOSTA n.247: infatti, alle h.21:04 del 21 feb '12, arriva il seguente messaggio sul problema MAGISTRATURA nel caos: "Egregio avv. Storani, l'intervento riportato è condivisibile, ma fino ad un certo punto. A quanti scandali abbiamo assistito in cui direttamente o indirettamente sono coinvolti magistrati, le cui condotte, poi, in un modo o in un altro, non sono state sottoposte al vaglio di un sereno giudizio! Il punto resta la protezione della persona umana i cui diritti non devono essere violati per errore o per altre indegne ragioni da chiunque sia, indipendentemente dal ristoro. Non si tratta solo di assicurazione per la responsabilità civile. Si dovrebbe invece tentare di perfezionare il sistema con interventi a monte che prevengano distorsioni. Si dovrebbe partire dall'accesso alla magistratura prevedendo in primis una serie di barriere che, per quanto possibile, limitassero già ab initio incresciose situazioni di possibili "commistioni" e "condizionamenti" in modo da garantire in maniera efficace la certezza della terzietà del giudice. Suggerirei di vietare per legge che l'esercizio della giurisdizione possa avvenire nella regione di nascita e residenza del magistrato, finanche nella regione ove il giudice ha frequentato l'università. Di poi sarebbe necessario verificare per legge l'attitudine al giudizio, soprattutto quello penale per le ovvie irreversibili cadute sulle persone definitivamente violate per errore o per superficialità, se non per altro! Mi viene in mente il caso Tortora, ove l'assoluzione giunse ormai quando il violentato era già nella tomba! A questo dovrebbero aggiungersi altre serie misure volte non tanto alla verifica della professionalità e competenza, ma alla certezza che l'esperienza acquisita sul campo non si tramuti in un mezzo per giungere a decisioni prese a priori oppure che la raggiunta professionalità venga versata in altri campi, non ultimo quello della politica. Ad un giudice non può essere consentito di fare politica in aspettativa! Di poi è evidente che l'assetto costituzionale debba essere riformato, in quanto il controllore non può controllarsi da solo. Non vedo perchè la composizione della Corte di Assise preveda una giuria popolare per gravi delitti e ugualmente ciò non possa avvenire per giudicare i giudici. Credo che non bisogna arrendersi e affinare gli strumenti che possano dare serenità alle parti e agli avvocati onde garantire il più possibile che il giudizio venga celebrato in sicura terzietà. Ma su questo ad oggi non trovo riscontri nelle proposte di riforma dibattute in Parlamento e in quelle ad oggi approvate. Credo che, almeno per il futuro, non ci si possa esimere da un serio ripensamento sulle modalità di funzionamento di tutta la macchina giudiziaria. avv. Gaetano Regine". - Grazie, caro Gaetano, per il Tuo gradito intervento. Mi ha veramente colpito la Tua serenità espositiva e credo che l'intero impianto del Tuo ragionamento possa costituire la piattaforma per un ripensamento della professione di magistrato. Ti invito ad affidare nuovamente i Tuoi pensieri, le Tue idee propositive alla platea di Studio Cataldi. Alle h.15:45 del medesimo 21 feb '12 ALGIOAN, fedele nei secoli, manda un simpatico post: "Mi inchino al coraggio di chi scrive e mi prometto, non appena chiuso il procedimento, di sottoporre alla attenzione dei lettori un ecclatante analogo caso recentemente occorsomi". Grazie! Rimango in fervente attesa.
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