Data: 05/03/2012 18:00:00 - Autore: N.R.
Dati preoccupanti emergono da quanto segnala l'Organizzazione Internazionale del Lavoro (Oil) secondo cui i licenziamenti e l'incremento della precariet� stanno colpendo soprattutto le donne. Il tasso di disoccupazione giovanile in Italia che per i ragazzi al di sotto dei trent'anni sfiora il 30%, ma per le ragazze arriva al 50%. Eppure secondo quanto riferisce OIL, se l'occupazione femminile dovesse raggiungere il 60% il Pil italiano crescerebbe del 7%. Sembrerebbe che ci siano ancora ostacoli economici, culturali e organizzativi che impediscono il raggiungimento di una vera parit� tra uomini e donne nel mercato del lavoro. Anche a livello internazionale la povert� di massa � soprattutto povert� al femminile: il 70% dei poveri assoluti nel mondo sono donne. La Commissione delle Nazioni Unite sullo stato delle donne (Csw) Ha espresso preoccupazione per il peggioramento della condizione femminile, provocato dalla perdita del reddito da lavoro e dai forti tagli alla spesa sociale praticati dagli stati. Anche se le donne sono le principali generatrice di reddito familiare, di fatto rimangono escluse dalla possibilit� di accedere a risorse fondamentali per lo sviluppo economico come il credito la propriet� terriera e di altri strumenti di produzione, la formazione e la tecnologia. l'� proprio nelle societ� industriali che le donne subiscono le maggiori disparit� delle retribuzioni nella carriera professionale. Anche nell'ambito dell'Unione Europea il divario medio di guadagni tra uomini e donne � del 17,4%.
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