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Data: 29/03/2012 11:30:00 - Autore: Comunicati Stampa![]() Senonché, nella probabile fretta di redigere la sentenza in un giudizio che durava da più di 30 anni, il giudice non si è accorto che una delle parti aveva venduto la proprietà prima che su questa venissero compiute alcune opere indicate come fonte di danno e quindi anziché condannare gli acquirenti ha condannato il venditore imponendogli anche di costuire un muro su quel terreno che non è più suo. Ma non basta. Sul terreno venduto sembrerebbe siano state compiute (secondo il magistrato) opere che avrebbero compromesso le possibilità edificatorie per il confinante. Anche in tal caso il “conto” per i danni è stato presentato al venditore anziché all'acquirente: ben 134.000 euro! Ora chi aveva venduto il terreno dovrà suo malgrado eseguire una sentenza che è provvisoriamente esecutiva e che lo costringerà (se prima non dovesse intervenire una sospensiva della Corte d'Appello) a pagare la consistente somma di denaro con il rischio di non poterla recuperare dopo i cinque anni normalmente necessari per la conclusione del giudizio di secondo grado. Che dire poi dell'obbligo di costruire il muro su una proprietà che non è più sua? Possiamo solo immaginare lo stupore dell'acquirente quando vedrà che sulla proprietà che ha acquistato è entrato l'ex proprietario con tanto di cazzuola in mano per costruire un muro e adempiere alla bizzarra sentenza. |
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