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Data: 10/07/2012 11:00:00 - Autore: Paolo Storani MEDIAevo (10) - Per Giove! A nome di tutti gli animalisti e dei catofili in particolare ringrazio la giornalista di Repubblica Margherita D'Amico per aver divulgato, l'8 luglio 2012, una storia bellissima a lieto fine che, a ben guardare, ha delle ricadute di tipo giuridico. Le lascio la parola con l'ovvio preambolo che la fonte è Repubblica.it dell'8.7.2012: "Per Giove, è il caso di dirlo, si è fatto l'impossibile: scampato a un incidente mentre era in viaggio con la padrona, grazie a un eccezionale dispiegamento di forze da parte degli operatori di Autostrade per l'Italia e della rete animalista, un gatto è stato recuperato dopo 19 giorni trascorsi in autostrada. Il 14 maggio Federica Di Luca sta tornando a Roma in automobile. Viene da Genova, è stata in visita dal fidanzato e ha portato il suo Giove. Il micio è rosso, ha sette mesi e mezzo e viaggia accanto a lei, chiuso nel trasportino. Sono quasi a casa, è fine pomeriggio, quando la stanchezza le gioca un brutto tiro. Imboccando il bivio Roma nord perde il controllo della vettura, che si ribalta. L'auto fa un giro completo su se stessa, scoppiano vetri e airbag, atterra sul guard rail. Per miracolo Federica è illesa, ma nell'urto si è rotta pure la griglia del trasportino. Come testimonierà il filmato dell'incidente, appena la macchina si ferma, spaventato Giove schizza fuori, attraversa quattro corsie e va a nascondersi nell'ampia aiuola spartitraffico centrale. Più tardi, è dura caricare la ragazza sull'ambulanza: il suo unico pensiero è recuperare il gatto, scomparso da qualche parte in mezzo agli oleandri. "A un certo punto era buio, mi hanno portata in ospedale. La mattina dopo, malgrado il colpo di frusta, ho preso la moto e sono andata a cercarlo," racconta Federica. "Era impossibile, però, raggiungere il verde al centro della carreggiata. Perciò ci sono tornata nottetempo con Max, il mio ragazzo, venuto apposta. Lui l'ha sentito miagolare chiaramente, finché una pattuglia della stradale ci ha scoperti e allontanati. Ma sono stati comprensivi: hanno segnalato il nostro caso." "Dopo un paio di giorni che venivano pizzicati di notte sull'autostrada, l'assistente al traffico di Orte, Maurizio Casagrande, mi fa: 'I ragazzi insistono', così ho detto 'portameli'" ricorda Giuseppe Zeffiro, coordinatore del Centro d'esercizio Roma 3. "Federica era convinta: 'Il gatto è vivo'. Allora le ho detto 'ti aiutiamo, ma basta sciocchezze'." Stabilendo assieme a Federica la collocazione esatta sulle mappe di Google, Zeffiro fa disporre ai suoi operai, lungo il tratto in cui si pensa che Giove sia rifugiato, quattro gabbie-trappola messe a disposizione da Elena Chertizza, volontaria dell'Enpa di Roma esperta in catture ("solo per curare o sterilizzare" precisa) che vengono corredate di oggetti familiari al micio e riempite di cibo e acqua da cambiare diverse volte al giorno. Dopo una settimana si capisce che Giove ha nuovamente attraversato la strada, così le trappole vengono spostate in un altro tratto verde, sempre nei pressi dell'impatto. "E' incredibile quanti aiuti, consigli, solidarietà abbia ottenuto da animalisti e esperti in tutta Italia, non appena ho scritto su facebook del mio dramma," ricorda Federica "insieme agli amici delle Autostrade, tutte queste persone hanno fatto in modo che continuassi ad ascoltare la mia voce interiore. Passavano i giorni, ma sapevo che lui era ancora vivo." "Era persuasa di ritrovarlo. Passammo un momento difficile quando, a 300 metri da lì, fu avvistato un gatto rosso schiacciato dalle auto," ricorda Casagrande. "Le abbiamo mostrato la foto, ci ha pensato un po' e poi ha detto: 'Non è lui'. Si è pure consultata con un'esperta per confrontare la lunghezza del pelo. Ho un coniglio, la capisco." E' lui stesso a verificare di frequente le trappole, finché la sera del 1 giugno, assieme all'operatore Daniele Baldini, ne trova che una contiene... un altro gatto rosso. Questo ha l'aria furiosa. Federica arriva e scuote la testa. Basta aprire lo sportello e il felino selvatico sparisce sdegnato in direzione della campagna. "Avevamo piazzato il campanellino di Giove su un ramo, il suo cuscino prediletto dentro una gabbia, disponevamo i suoi croccantini preferiti come tracce di Pollicino, e le stesse gabbie erano camuffate sotto le frasche" spiega Baldini. "Il 2 giugno faccio il solito giro. Controllo tre trappole... nella quarta c'era il nostro gatto!" Al volo Giove viene portato nell'ufficio di Zeffiro: "Ci siamo commossi, dalle foto abbiamo capito che questa volta l'avevamo trovato. Gli abbiamo dato da bere a volontà, aveva una sete terribile, e una piccola razione di cibo: era molto magro ma affettuoso, contentissimo. Federica è arrivata in un lampo." L'incontro è una festa: "In tutta questa vicenda, dall'inizio alla fine, ho incontrato solo persone meravigliose, capaci di capire che smarrire un animale significa perdere un affetto fondamentale," dice Federica. "Sono riconoscente a tutti, non ultimo a lui, Giove: so che in qualche modo mi sentiva, ero troppo sicura che non avrebbe mollato". Autrice MARGHERITA D'AMICO, fonte Repubblica.it. Ed ora come si fa a sostenere che non esista il danno da perdita dell'animale di affezione?
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