Data: 17/07/2012 10:00:00 - Autore: Barbara LG Sordi
Non si tratta di tradimento con procaci fanciulle dai capelli dorati, bensì di pacchetti di sigarette, vizio ben più dannoso del primo (anche se forse meno dispendioso economicamente). Soprattutto se la coppia finisce in tribunale. È quel che è successo ad una coppia salernitana. La moglie E.F. si è infatti rivolta alla Terza sezione della corte di appello denunciando il marito, il 52enne F.S., per aver preteso con violenza i soldi per acquistare le sigarette. 5-10 euro che sono costati ben più cari al gentil consorte, come riportato nella sentenza 25750/2012 della Corte di Cassazione. La denuncia aveva prodotto la condanna all'uomo per estorsione dalla Corte d'appello di Salerno, nell'ottobre 2011. La Cassazione ha respinto la difesa dell'uomo, decisamente sopra le righe, che sosteneva corretta la pretesa di soldi per le sigarette perché non potevano essere classificati come un "ricavo ingiusto essendo le sigarette inquadrabili trai legami di solidarietà familiare". Sottolineando inoltre che l'importo preteso fosse irrisorio. La Cassazione però ha respinto la tesi della difesa, anche in virtù degli "atti intimidatori" alla moglie, che ne hanno aggravato la posizione. Inoltre ha precisato che le sigarette non si possono "ricondurre nel novero dei legami di solidarietà familiare" ed ha ovviamente rigettato il ricorso.
Insomma per un vizio il signore salernitano deve ora rispondere per atti di estorsione: aver preteso con troppa aggressività soldi dalla partner non è considerato corretto. Non solo dal buon senso ma anche dal codice penale. Chissà che a questo punto non decida di smettere si fumare, una volta per tutte!
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