Data: 18/07/2012 09:30:00 - Autore: Barbara LG Sordi
In questo momento difficile per tanti lavoratori nella Pubblica amministrazione, il cui posto potrebbe essere a rischio "revisione", ecco una sentenza che mostra come in alcuni casi gli impiegati pubblici diano credito ed adito ai luoghi comuni, che da anni perseguitano i dipendenti pubblici. Che, oltretutto, non giovano a nessuno.
La Cassazione (sentenza 25781/2012) ha respinto il ricorso di quattro impiegati alla Sovrintendenza per i Beni culturali e ambientali della Regione Sicilia proprio con la motivazione di aver provocato "pregiudizi, sul piano dell'immagine, arrecati�all'Amministrazione pubblica". I quattro impiegati, come riporta la Seconda Sezione della Corte d'appello, hanno timbrato regolarmente il proprio cartellino la mattina per poi assentarsi dal lavoro subito dopo e per quasi tutto l'arco della giornata. Il giochetto � durato dal luglio 2001 sino alla fine dell'anno successivo.
Gli impiegati, una volta scoperti, sono stati denunciati e condannati per truffa ai danni dello Stato dalla Corte d'appello di Palermo,�il 26 ottobre 2011. Si sono dunque rivolti alla Cassazione per tramutare la propria pena da detentiva in pena pecuniaria e�ottenere cos� il beneficio della non menzione della condanna. Gli ermellini di Piazza Cavour hanno rigettato il ricorso negando anche la richiesta di riduzione della pena. Nella parte motiva della sentenza i Giudici di Piazza Cavour sottolineano che "i giudici di merito, con valutazione coerente e�logica hanno ritenuto che n� del beneficio della non menzione, n�della conversione della pena detentiva in pena pecuniaria, i� ricorrenti tutti siano stati meritevoli proprio per la dimostrazione�di indifferenza verso i pregiudizi, sul piano dell'immagine, arrecati�all'Amministrazione pubblica".
Insomma � il caso di dirlo: giustizia (per chi non pu� nemmeno permettersi un giorno di malattia, rischio decurtamento da stipendio o licenziamento) � stata fatta.
Tutte le notizie