Data: 15/08/2012 10:30:00 - Autore: Avv. Paolo M. Storani
4/8/2012 Egregio Sottosegretario Professore Claudio de Vincenti Ministero dello Sviluppo Economico e p. c. Professore Giuseppe Coco La ringraziamo sentitamente per averci ricevuto in rappresentanza delle vittime della strada e auspichiamo che il contributo propositivo che abbiamo apportato con l'ausilio del nostro Avvocato Gianmarco Cesari e dei nostri giuristi esperti Stefano Mannacio, Marco Bona, Massimo Perrini e Paolo Storani e dei medici legali Patrizio Rossi e Raffaele Zinno possa essere di utilità per le decisioni che il Governo intende assumere. Per quanto riguarda l'ipotesi dell'emanazione della tabella che definisce i valori economici per le lesioni gravi, restiamo dell'idea che la decisione più giusta sia rispettare la volontà del Parlamento per l'adozione integrale dei valori monetari delle tabelle del Tribunale di Milano non senza rammentare che dall'11 giugno 2012 è vigente il massimale unico di garanzia rc auto europeo di 5 milioni di euro stabilito in base all'aumento dei costi della vita. Le Tabelle meneghine, infatti: - costituiscono attualmente un parametro di riferimento per tutti i tribunali italiani, come stabilito ormai da consolidata giurisprudenza, - sono state oggetto di consenso pressoché unanime in Parlamento tramite la votazione della Mozione Pisicchio, che ha rigettato la prima bozza di decreto governativo ed ha stabilito con precisa indicazione di adottare nel regolamento i valori monetari già sviluppati, - comprendono danno biologico e morale, rispettando le indicazioni della nota sentenza a Sezioni Unite (25 febbraio 2008, n.4712), - costituiscono lo strumento più aggiornato e condiviso per garantire equità del risarcimento del danno alle Vittime della Strada che hanno subito lesioni gravi o gravissime, - sono in linea, come è stato illustrato, con i parametri risarcitori dei maggiori paesi europei, - favoriscono una soluzione stragiudiziale delle controversie evitando gravami per la Giustizia e penose attese per i danneggiati, - consentono una ulteriore personalizzazione del danno garantendo un margine di flessibilità utile per realizzare il principio della diversità dei risarcimenti in relazione alla soggettività dei casi, ma in un ambito di eguaglianza dei diritti, - sono frutto di un lavoro certosino che un gruppo di magistrati ha effettuato nell'arco di un biennio esaminando e comparando migliaia di sentenze rese dai vari Tribunali del Paese, - sono state approvate e condivise dalla AIFVS in rappresentanza dell'interesse collettivo delle vittime della strada che ne ha raccomandato l'uso ai Presidenti di Tribunale e di Corte di Appello di tutti i Tribunali Italiani, - sono state testate e costituiscono i valori risarcitori tali da poter garantire la riparazione con effettiva utilità compensativa dei diritti lesi. Se invece è ferma intenzione del Governo varare delle tabelle con parametri risarcitori diminuiti in danno delle vittime ed in favore delle imprese di assicurazioni private (per quanto tale facoltà non trovi più il conforto dall'art. 355 del Codice della Assicurazioni), non si comprende perché non si adottino i parametri del Tribunale di Milano, o, se si intende fare riferimento solo al danno biologico, non si chiarisca, nella relazione introduttiva, che tale valore non include il danno morale, né ulteriori personalizzazioni. In assenza di tali precisazioni le Compagnie considererebbero tali voci di danno già incluse, aprendo alle Vittime della Strada l'incertezza di un lungo e costoso giudizio. In ogni caso, sarebbe necessaria una chiara indicazione sulla non retroattività della norma e della applicazione solo a eventi dannosi verificatisi dopo l'entrata in vigore del provvedimento. Stessi criteri (esclusione danno morale, personalizzazione e irretroattività) sarebbero da seguire anche nel caso di emanazione di tabelle riduttive rispetto a quelle milanesi, come ci è stato prospettato, ma, a questo punto, ci sarebbe da chiedersi per quale motivo, posto che il Presidente dell'ANIA ha dichiarato, all'assemblea dell'associazione, che la riduzione consistente della sinistrosità (38% negli ultimi dieci anni!) ha sostanzialmente riportato in equilibrio il settore. Non vorremmo pensare che tale premura sia giustificata dal bisogno di alcune imprese di sanare bilanci disastrati da operazioni sotto gli occhi della cronaca o rimediare a grossolani errori nel calcolo delle riserve. Sarebbe inoltre saggio attendere l'impatto economico della norme che hanno ridotto, se non azzerato, alcune tipologie di lesioni di lieve entità dove il danno è “risarcito solo a seguito di riscontro medico legale che accerti visivamente o strumentalmente l'esistenza della lesione”, richieste e ottenute dall'ANIA a seguito dell'audizione in Commissione Industria del Senato del 3 febbraio e giudicate dalla stessa positivamente. Tale novella, non contenendo una precisa indicazione sulla irretroattività, si sta rivelando un disastro per le posizioni in essere di decine di migliaia di danneggiati, che non possono certo oggi ricorrere agli accertamenti richiesti dalla norma, e ai quali viene negato ingiustamente un risarcimento e, in molti casi, anche le spese di cura. Tale ennesima involuzione dei parametri del risarcimento del danno è in palese contrasto con le normali metodologie di accertamento clinico. Se, infatti, un ordine prudente come quello dei Medici ha ritenuto che tale innovazione presenta seri problemi applicativi e di natura deontologica, dovremmo fugare ogni possibile dubbio di trovarci di fronte ad una istanza corporativa. Tali norme, come è stato ampiamente spiegato, avranno peraltro un effetto di trascinamento sulle lesioni gravi, quasi sempre politraumatiche, con effetti drammatici e paradossali. Ma la domanda che ci poniamo è sostanzialmente questa: a chi giova il fatto che nel giro di pochi mesi ai danneggiati sia sostanzialmente negato il diritto ad essere risarciti se hanno subito lesioni lievi o, se hanno subito lesioni gravi o gravissime, sia ridotto il diritto ad ottenere un equo risarcimento o addirittura annullate in caso di contenzioso in atto? Non giova certo agli assicurati, se è vero, come è vero, che tutte le misure tese a ridurre i diritti delle vittime della strada (legge 57/01, legge 273/02, tabelle micropermanenti), da dieci anni a questa parte non hanno mai contribuito a contenere, nonostante illusorie aspettative, i premi assicurativi ma stimolato le compagnie a chiedere ed ottenere periodicamente dal legislatore un puntuale finanziamento tramite la riduzione dei lori costi (risarcimenti) per legge. Tale modus operandi, alimentatore di gravi inefficienze, è stato peraltro incentivato dalla procedura di risarcimento diretto che, nonostante sia stata dichiarata facoltativa da una chiara sentenza della Corte Costituzionale, sembra essere un moloch indistruttibile, che ha peraltro causato la dismissione di molti ispettorati sinistri, gli unici presidi territoriali in grado di accertare e valutare correttamente i danni. E' del tutto evidente che una rottamazione della procedura obbligherebbe le compagnie a fare più industria e meno finanza evitando di liquidare, come è stato rilevato tardivamente dall'Autorità di Controllo, sinistri mai accaduti. Tale indicazione era peraltro contenuta nella bozza del decreto liberalizzazioni, e in varie proposte ed analisi provenienti sia dall'Antitrust che da autorevoli esponenti del settore assicurativo. L'adozione, quindi, di misure tese solo a ridurre i risarcimenti rappresenta il contrario di ciò che dovrebbe essere la strada maestra per stimolare un mercato assicurativo efficiente e competitivo. Sarebbe ingenuo ritenere che abbassando i risarcimenti i premi rc auto diminuirebbero, qualunque abbassamento dei risarcimenti operato dal 2000 in poi ha dimostrato l'esatto contrario, i risarcimenti sono già stati diminuiti ed i premi rc auto sono rimbalzati in aumento. Siamo comunque a disposizione per ogni confronto tecnico e per ogni supplemento di indagine che possa essere utile. I familiari delle Vittime della Strada sono impegnati con una serie di iniziative pubbliche e istituzionali tese a ridurre la sinistrosità. E' nota, infatti, la nostra lotta senza quartiere per garantire che una pena certa possa fungere da deterrente al comportamento criminale dei pirati della strada. Desideriamo però vigilare con attenzione affinché con democrazia sia garantito un equo ristoro integrale del danno in caso di incidente. Nell'unire il rapporto della riunione e nel formulare nuovamente la richiesta della bozza delle tabelle ministeriali, senza le quali non ci è possibile svolgere le opportune analisi comparative, porgiamo i migliori saluti. Giuseppa Cassaniti Mastrojeni presidente
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