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Data: 20/08/2012 10:30:00 - Autore: Barbara LG Sordi PENSIERI DIETRO GLI OCCHIALI DA SOLE (pensieri semiseri sotto il solleone) L'estate piace a tutti (o quasi): mare, sole e spiagge. Ma chi ha a avuto la fortuna di trascorrere qualche settimana, o anche soltanto di fare una gita giornaliera, al mare ha quasi sicuramente provato la spiacevole sensazione che ormai le spiagge di un tempo siano sparite del tutto! Non mi riferisco certamente alla sola questione paesaggistica, ma al fatto che ormai la gran parte del litorale italico è occupato da bagni privati . Niente, o pochissime, spiagge aperte a tutti. Passeggiando sul lungomare, in Toscana o in Romagna poco cambia, si osserva un colorato susseguirsi di insegne dai nomi spesso familiari (Zia Nella, Nonno Lino e altro parentame) e dagli ombrelloni multicolori. Un vero e proprio esercizio di diligenza maniacale, in cui i colori della righe non sono mai casuali. Diventano l'insegna per contraddistingue ciascun lido e bagno, sfiorando così addirittura l'araldica. E guai a ripetere gli stessi colori di sdraio od ombrelloni, pena l'ostracismo degli altri clan. Chilometri di claustrofobiche file (nemmeno troppo) ordinate per catturare, o disturbare a seconda dei punti di vista, i nostri occhi. Per carità, l'idea di avere ogni giorno un posto fisso (eh, sì, è proprio il tarlo di noi italiani) in spiaggia, piazzando giocattoli e altre amenità dai volumi degni di un trasporto eccezionale, non è assolutamente da sottovalutare. Se non fosse per qualche elemento di leggero disturbo. Primo : i costi esorbitanti. Secondo : mancanza quasi totale di alternative. Terzo: il tutto è autorizzato dallo Stato ed assolutamente lecito. Già il primo punto è buon motivo per boicottare le spiagge a pagamento. Avete idea, vero, delle tariffe applicate? In due settimane se ne può andare quasi tutto lo stipendio di un mese di lavoro (ombrellone, due lettini e una sdraio in Versilia valgono la modica cifra di circa 350-400 euro alla settimana); forse un po' troppo. Soprattutto in tempo di crisi. Quindi non ci si lamenti se la gente è latitante e cerca sempre più spesso di " imbucarsi "abusivamente sulla battigia della spiaggia " a numero chiuso ". Cercando di evadere le normative che regolano l'uso delle stesse, diventando dei veri e propri eversivi, geni però del dribbling. Nell'ordine di: gestori del bagno, bagnini, bagnanti paganti e, se si è proprio sfigati, forze dell'ordine. Leggere Per quest'anno meglio cambiare: non più stessa spiaggia e stesso mare" per credere. I punti due e tre sono strettamente correlati ed aprono una grande polemica sulla politica (dissennata) del nostro Stato; quella di aver ceduto in concessione d'uso quasi la totalità dei litorali italiani, senza preoccuparsi poi troppo del costante trend al rialzo dei prezzi proposti dai titolari di tali privilegi. Così dopo decenni di avvicendamenti nepotisti delle licenze e dei bagni, il Governo ha compreso (con una spintarella dell'Europa, adeguandosi così alla direttiva Bolkestein) che è ora di riaprire le aste per conquistarsi il diritto a gestire le spiagge (art. 26 del decreto sulle liberalizzazioni). Un diritto che non può essere tramandato di padre in figlio, e che caspita. Naturalmente non sarà impresa facile, già molti " spiaggianti hanno assistito, e subìto, allo sciopero bianco con tanto di chiusura di ombrelloni (pagati regolarmente dai soliti poveri cittadini) e di spiaggia. Diritto sacrosanto quello di protestare, ma perché non si riesce proprio mai a provocare disagi ai nostri politici? Le foto di numerosi deputati, senatori e parlamentari sulle spiagge italiane (private naturalmente) non mancano, quindi potrebbero essere facili bersagli per prossime "rivolte a strisce". Al di là dei cambi gestionali che forse (ma nutro dei dubbi a riguardo) potranno riportare le spiagge a pagamento a prezzi accessibili, si potrebbe introdurre qualche piccola rivoluzione nelle strategie economiche dei bagni. Tanto per cominciare introdurre tariffe in base alle fasce di reddito ; non sarà il massimo girare con dichiarazioni Isee nel costume da bagno, ma se lo scotto da pagare sarà il dimezzamento dell'esborso, il gioco varrà la candela. Ovviamente si dovrebbe anche differenziare in base alla nazionalità , perché non far pagare un po' di più ai cari russi che di soldi in questo momento ne hanno molti a disposizione? Andando più cauti con quelli tedeschi, che se no la Merkel ci aumenta lo spread . Altro suggerimento è quello di restituire un po' di chilometri alle depauperate spiagge libere. È mai possibile che, allo stato attuale, in alcune località abbiano una superficie simile a quella di un loculo? Perché un bene demaniale (art. 822 del c.c.), dunque teoricamente fruibile da tutti (i cittadini in regola con i propri obblighi fiscali, of course!), è stato lottizzato e reso inaccessibile? Speriamo che lo Stato si renda veramente conto dei danni arrecati al turismo popolare , visto che sinora pare essersi preoccupato solo di quello dei più ricchi. Sempre la solita brutta storia, qui da noi a pagare e rimetterci sono sempre le fasce più deboli. E allora giusto emigrare anche come turisti . Quante belle spiagge in giro per il mondo (senza le orride file di ombrelloni), con tanto di baretto, servizi igienici e persino un bel nome da ricordare teneramente una volta rientrati dalle vacanze....e tutto a gratis! |
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