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Data: 11/09/2012 09:00:00 - Autore: Andrea Proietti![]() "Non può ritenersi lecito l'uso della violenza, fisica o psichica, distortamente finalizzata a scopi ritenuti educativi e ciò sia per il primato attribuito alla dignità della persona del minore, ormai soggetto titolare di diritti e non più, come in passato, semplice oggetto di protezione (se non addirittura di disposizione) da parte degli adulti", sottolinea parte del testo della sentenza, nel quale è aggiunto che "non può perseguirsi, quale meta educativa, un risultato di armonico sviluppo di personalità, sensibile ai valori di pace, tolleranza, convivenza e solidarietà, utilizzando mezzi violenti e costrittivi che tali fini contraddicono". Nonostante la condanna a 15 giorni di reclusione, all'insegnante è stato tuttavia riconosciuto uno sconto di pena a fronte dei 30 giorni inizialmente stabiliti. Non sarebbe sussistita infatti l'aggravante che era stata ipotizzata dopo che uno psicologo aveva ipotizzato che la condotta della docente avrebbe innescato nel giovane un disturbo del comportamento. |
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