|
Data: 29/11/2012 11:00:00 - Autore: Barbara LG Sordi Lex & the City - pensieri leggeri politicamente (s)corretti - episodio 8 Sulla Repubblica milano.it leggo una gran bella notizia, se non altro lo è per chi ama gli animali naturalmente. Il Dott. Carlo Rando, un medico chirurgo e professore di anatomia presso un istituto tecnico superiore milanese, il Molinari, tempo fa decise che per rendere più interattive ed esplicative le sue lezioni fosse necessario vivisezionare qualche coniglietto. Ne ordinò ben quattro, di fresco ammazzati, per mostrare le loro interiora ad un gruppo di giovani studenti, per fortuna nostra inorriditi e impietriti (anche se a detta del professore solo una ragazza si scandalizzò). Per sfortuna del professore (!) due dei conigli erano ancora vivi, e tentarono naturalmente di scappare. Perché, chissà come mai (!!!), avevano subodorato il pericolo. Il coraggioso (!!!) professore aveva cercato di finirli, prima per strangolamento, poi prendendoli a pugni ed infine infierendo sull'unico sopravvissuto con un martello (!!!!). Gli studenti, torno a dire per fortuna, non hanno gradito la scena e men che meno compreso i suoi scopi didattici. Tanto che molto presto il fatto venne denunciato alla Lav. Era il 2010. Precisiamo che la Lav aveva già nel 2009 invitato il docente a preferire tecniche meno cruente ed eticamente sostenibili, come indicato in una nota del 29 aprile 2008 dello stesso Ministero dell'Istruzione. In un'intervista rilasciata a Platinette il Dott. Rando ha sottolineato che uccidere i due conigli era stata l' "unica soluzione possibile ad un evento imprevisto". Ed alla domanda del conduttore/ttrice "Quale (evento)?" ha risposto semplicemente che i conigli ordinati per la lezione "dovevano essere morti", avendone trovati due ancora in vita massacrarli era l'unica scelta possibile. Vale la pena ascoltarsela in podcast su internet. Vere perle di saggezza. Oggi finalmente il Tribunale di Milano si è pronunciato, riconoscendolo responsabile dei reati previsti dagli articoli 544 bis ("Chiunque per crudeltà o senza necessità cagiona la morte di un animale è punito con la reclusione da tre a diciotto mesi") e 544 ter (Chiunque per crudeltà o senza necessità cagiona una lesione ad un animale(...) è punito con la reclusione da tre a diciotto mesi o con la multa da 3.000 a 15.000 euro") del Codice penale (legge 189/2004 "Dei delitti contro il sentimento per gli animali"). Il giudice Valentina Boroni lo ha condannato a otto mesi di reclusione. Un niente forse penserete in molti, ma in realtà un passo verso il riconoscimento dei diritti degli animali. Anche quelli cosiddetti "da laboratorio". Per Michela Kuan, biologa e responsabile del settore Vivisezione della Lav, si tratta di una condanna assolutamente esemplare. Per la Kuan (e per molti di noi) questi metodi didattici sono non solo "eticamente inaccettabili, ma anche inutili". Eh, si, sono realmente inutili ed obsoleti perché grazie all'ampia disponibilità di modellini, plastici o ricostruzioni 3D interattive non sono necessari. Anche se a detta del Dott. Rando nel piano di studi dell'istituto tecnico erano previste dissezioni su esseri in carne ed ossa, non virtuali. Dimenticavo, otto mesi sono pochi però in compenso il docente è stato licenziato in tronco dalla scuola e dovrà accollarsi le spese processuali e risarcire la Lav.Vai al tag: Vivisezione |
|