Data: 31/12/2012 10:00:00 - Autore: Barbara LG Sordi
Di questi tempi attaccare i politici è uno sport nazionale, senza discriminazione di sesso alcuna: politici uomini o donne, tutti uguali ci paiono (rubare è un'arte unisex evidentemente).

Eppur pare che nel mondo politico le donne non godano di grande stima (che ciò dipenda dal fatto che ultimamente la maggior parte delle politiche sono ex-vallette o attricette?), denigrate e sminuite dai colleghi maschi.

La Cassazione stessa si è pronunciata per tutelare l'operato delle donne in politica e per evidenziare la necessita' di mettere fine agli atteggiamenti ostili nei loro confronti, opera per lo più del sesso forte appunto. La quinta sezione penale, con sentenza 49779/2012, ha infatti convalidato una multa di 600 euro per diffamazione nei confronti di Massimo L.P., consigliere comunale e segretario di partito del Comune di Misterbianco (Catania) che, nel novembre 2004, aveva dato della "marionetta" all'attuale sindaco donna del Comune.

Il consigliere comunale e alcuni componenti della giunta comunale di Misterbianco erano finiti sotto inchiesta. Da qui l'idea del sindaco in carica, la signora A.C. (si può dare della signora a un sindaco?), di stampare e distribuire un volantino a spese del Comune, un'aperta denuncia ai fatti oggetto di inchiesta. A questo punto, ecco scattare un contro-volantinaggio contenente l'ingiuria: L.P., segretario del partito del precedente sindaco, dà della marionetta ad A.C. Termine scelto accuratamente, a detta del consigliere, per denunciare le "ingiuste accuse di scorrettezza amministrativa e politica" mosse dal primo cittadino.

La Cassazione ha così respinto il ricorso e ha evidenziato che "correttamente i giudici di merito hanno affermato il carattere diffamatorio del contenuto del volantino, nella parte in cui il sindaco donna e' stata definita "marionetta", utilizzando un termine che comunemente attribuisce alla persona destinataria di tale qualifica l'assenza di personalità, la soggezione al volere e alle strategie operative di altra o altre persone, il ruolo di acritico strumento di diffusione e di realizzazione di idee altrui". Un termine ancor più offensivo se lo si inserisce "nell'attuale condizione culturale del nostro Paese dove il mondo politico e' notoriamente egemonizzato dagli uomini e conseguentemente non benevolo nei confronti delle donne".

Quanto all'opera di volantinaggio da parte del sindaco, gli ermellini fanno notare che "nessun fatto ingiusto e' addebitabile ad A.C. la quale, nella posizione di vertice dell'amministrazione comunale, ha inteso informare la collettività sulla irregolare gestione del potere pubblico da parte della precedente amministrazione. Correttamente, quindi, sono state investite dal sindaco, in questa legittima e doverosa opera di informazione, risorse finanziarie del Comune".

Nonostante poi il processo penale per i pubblici amministratori ha avuto un esito positivo, per la Cassazione invece "non è idoneo a dimostrare la piena regolarità dell'azione di governo della giunta precedente e quindi la strumentalizzazione della notizia sul processo, a fini di propaganda politica, da parte dell'opposto schieramento".

Non è che rischiamo di ritrovarci pure la Minetti in Cassazione prima o poi?
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