Data: 12/01/2013 10:30:00 - Autore: Barbara LG Sordi
Lex & the City - pensieri leggeri politicamente (s)corretti - episodio 16
Chissà cosa penseranno in molti, dopo aver letto la sentenza n. 601 della Corte di Cassazione sull'affidamento di un bambino ad una mamma che viveva con un' altra donna, una coppia omosessuale insomma.

La vicenda ha per protagonisti due ex, lui straniero e islamico e lei italiana (di non precisata religione, ndr), ed il loro bambino, che la Corte d'Appello di Brescia aveva, nel luglio del 2011, dato in affido esclusivo alla madre, già convivente con una donna. Decisione che il padre ha ostacolato, ricorrendo alla Suprema Corte, temendo che l'inserimento in una coppia gay avrebbe avuto ripercussioni negative sul suo sviluppo. Il ricorso è stato invece, clamorosamente, rigettato perché secondo i giudici non esiste prova scientifica che dimostri l'insorgere di problemi nel crescere in un ambiente omosessuale.

La difesa dell'uomo si era appellata all'art.29 della Costituzione, che cita: "La Repubblica riconosce i diritti della famiglia come società naturale fondata sul matrimonio. Il matrimonio è ordinato sull'eguaglianza morale e giuridica dei coniugi, con i limiti stabiliti dalla legge a garanzia dell'unità familiare."

L'articolo è indubbiamente motivo di spunto per varie riflessioni, come il fatto che la famiglia debba formarsi all'interno di un'istituzione quale il matrimonio, quando i fatti parlano esattamente di un trend contrario: nascono sempre più bambini al di fuori del matrimonio e apparentemente i diritti sono gli stessi. Ed infatti lo stesso art. 30 afferma: "È dovere e diritto dei genitori mantenere, istruire ed educare i figli, anche se nati fuori del matrimonio.(...)La legge assicura ai figli nati fuori del matrimonio ogni tutela giuridica e sociale, compatibile con i diritti dei membri della famiglia legittima."

I legislatori dovranno dedicare sempre più tempo per regolamentare queste nuove dinamiche familiari e sociali, quali le coppie di fatto, non solo eterosessuali ma anche omosessuali appunto, che richiedono e necessitano maggiore chiarezza a livello giuridico (anche per quel che concerne separazione e affidamento figli, nel caso le cose non funzionino!). La giustizia, così come alcune amministrazioni comunali, già lo stanno facendo, e ne è prova il risultato del ricorso del padre islamico in Cassazione.

Un'apertura epocale, e non solo per le associazioni gay, ma direi per tutti a prescindere da inclinazioni sessuali. E se in molti lo considereranno invece immorale, amorale ed aberrante.... benvenuti nel millennio XYZ, il millennio dove bisognerà sempre più tenere in considerazione (e rispetto) le nuove identità sessuali. (Oddio, se c'è riuscito anche Berlusconi ad aprirsi al popolo gay forse ce la potrà fare la gran parte degli italiani).

Questa pronuncia da parte della Suprema Corte inizia ad allinearci sempre di più a paesi come la Gran Bretagna e la Spagna dove le coppie gay già possono adottare. Sperando però che non si sollevi il polverone che sta travolgendo Hollande, che rischia di veder crollare il tentativo di render legge l'adozione da coppie gay (i Pacs esistono già dal 1999), con manifestazioni e anatemi si susseguono a ritmo quasi giornaliero.

Eppure ciò che principalmente dovrebbe preoccupare è, come rammenta anche la Prima sezione civile della Suprema Corte, che non esista "dannosità" nel crescere in uno specifico contesto familiare. Sia questo etero o omo, indistintamente.

E poi forse è meglio un bimbo con genitori dello stesso sesso che si amano che uno che deve vivere con due etero che non si sopportano più, o peggio ancora, cresciuto nell'ambiente asettico e anafettivo di un orfanotrofio. Datemi pure della banale, non mi offenderò. A patto che mi diciate anche Voi cosa ne pensate! Qui sotto il form per i commenti!
» Vai al testo integrale della sentenza (in PDF)
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