Data: 25/01/2013 11:00:00 - Autore: Barbara LG Sordi
Il CdM ha approvato un decreto legislativo che sulla carta promette di pareggiare il colpo basso inferto a noi cittadini con il Redditometro dal Governo, anche se in maniera "light". E senza l'obbligo dell'inversione dell'onere di prova, su questo sono certa.

Il dlgs, che si ispira al Freedom act statunitense, attua le disposizioni della legge contro la corruzione nelle PA, la n.190 del 6 novembre 2012, legge creata alla (quasi) velocità della luce per mettere una bella pezza (ma anche un telone direi) a tutti gli scandali causati dallo sperpero e spreco di denaro pubblico e sui rimborsi elettorali. Modificandone il comma 35 dell'art.1.

Questo atto di trasparenza vorrebbe negli intenti rendere più paritario il rapporto tra cittadini e pubblica amministrazione, e per farlo ha pensato di pubblicare online le "pezze giustificative" in modo da poter tracciare per filo e per segno come i nostri dindi vengono spesi. Insomma anche la PA dovrà tenersi stretti stretti scontrini e fatture perché sia possibile giustificare ogni singolo centesimo speso.

E come per noi cittadini anche i politici in carica e i dirigenti statali dovranno rendere nota la loro situazione reddituale e patrimoniale, inclusi conti, entrate ed uscite. E non è finita qui, anche i parenti sino al secondo grado dovranno fare altrettanto.

Il dl è frutto del "sogno americano" del ministro per la PA Patroni Griffi, ispirato appunto ai Freedom of information Acts in cui si impone la disclosure due, tanto per fare gli anglofoni, e cioè l'obbligo di trasparenza totale sull'impiego del denaro pubblico. Che di per sè dovrebbe essere concetto innato di una Repubblica, trattandosi di res publica appunto.

Ecco in breve cosa comporterà:

PUBBLICITÀ 
Niente spottoni come quelli che ci tocca subire per la campagna elettorale, bensì pubblicazione di situazioni patrimoniali dei politici e parenti, degli atti dei procedimenti dei piani regolatori e delle varianti urbanistiche, dei dati in materia di Ssn (nomine direttori generali, accreditamenti strutture cliniche). 
TRASPARENZA 
Accessibilità totale alle informazioni su attività e organizzazione della PA per favorire il controllo "democratico" delle spese. Potremo insomma fare le pulci anche noi. 
PUBBLICAZIONE ONLINE 
Diffusione sui siti istituzionali di dati e documenti pubblici, con accessibilità diretta da parte dei cittadini. 
ACCESSIBILITÀ
Accessibilità totale a chiunque richieda un qualsiasi documento o dato in possesso della PA. Ad eccezione naturalmente dei file top secret! 
TRACCIABILITÀ
Tutti i dati devono essere caricati in modo da risultare facilmente reperibili tramite i motori di ricerca. Sempre in rispetto della tutela della riservatezza di alcuni dati, come quelli sensibili e giudiziari. 
DIRITTO DI ACCESSO CIVICO 
Verrà istituito il diritto da parte del cittadino di richiedere la ubblicazione di dati o documenti che non sono stati pubblicati. 
QUALITÀ E CHIAREZZA DELLE INFORMAZIONI 
Anche se dubitiamo che il "burocratese" si de-cripterà a noi comuni mortali, tutte le info pubblicate dovranno essere integre e riproducibili, senza vincoli di copyright. Le pubblicazioni dovranno essere disponibili per cinque anni.

AMMINISTRAZIONE TRASPARENTE 
Ogni sito istituzionale dovrà prevedere una sezione dedicata all'Amministrazione trasparente, dove inserire dati e documenti. 

PIANO TRIENNALE PER TRASPARENZA E INTEGRITÀ PUBBLICAZIONE DEI CV, STIPENDI E INCARICHI DEI DIRIGENTI 
Oltre a rendere noti redditi e curriculum dei propri dirigenti, la PA dovrà anche provvedere a licenziare coloro che non abbiano ottenuto il proprio incarico tramite regolare concorso.

Sulla carta potrebbe, come detto, riscattare in parte l'impopolarità del nuovo redditometro. L'ultima parola spetterà però al Garante delle Privacy che potrebbe bloccare il dl. Ed a questo punto sarebbe auspicabile che lo stesso intervenga anche in merito della nostra personale privacy anche di fronte al Fisco.

Tutte le notizie