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Data: 02/04/2013 09:15:00 - Autore: Barbara LG Sordi
Lex & the City - pensieri leggeri politicamente (s)corretti - episodio 32
Ancora un'altra bella mazzata per una grande casa farmaceutica, questa volta toccata alla svizzera Novartis.Già protagonista di episodi poco chiari, come il tentativo di bloccare farmaci simili ai suoi ma meno costosi (vedi il caso Lucentis ed Avastin), eccola nuovamente alla ribalta per un esito (infausto per loro) di giudizio.
Tutto accadde in India, dove l'azienda produce da tempo un farmaco in grado di contrastare e addirittura guarire i tumori, il Glivec. Un farmaco, i cui costi di produzione bassissimi permetterebbero l'accesso alle terapie a milioni di poveri, in India in primis, ma successivamente in tutto il mondo (perché no, ci piace sperare). Peccato però che i margini di guadagno sono così alti che cedere il brevetto fosse assolutamente impensabile. O almeno sino a che è saltato fuori che la molecola fosse da tempo assolutamente "available", cioè libera a chiunque ne volesse fare uso farmaceutico e commerciale.
Così la Novartis ha ingaggiato una vera e propria guerra legale per potersi arrogare tutti i diritti di uso, e continuare così ad arricchirsi lautamente.
Il Glivec, in specifico, viene utilizzato per il trattamento dei malati affetti da leucemia mieloide e altre forme tumorali, e ha un costo di circa 2.600 dollari al mese. Una cifra spropositata se paragonata (ma anche senza esserlo, in realtà) al suo equivalente generico: 175 dollari.Per sette anni ha potuto continuare a farlo, ma proprio a cavallo di Pasqua la Corte Suprema indiana ha deciso che la Novartis non detiene alcun diritto di proprietà intellettuale sul principio attivo del Glivec. E che quindi potrà essere prodotto in versione low-cost, così da essere fruibile dai più poveri.
Che sia un miracolo di Papa Francesco? Mah, chi sa. Intanto potrà gioire un paese in cui l'accesso a cure mediche decenti è appannaggio di quella microscopica percentuale di super-ricchi, quelli che poi decidono delle sorti stesse del Paese. E che forse hanno anche avuto l'ultima parola sul niet alla Novartis.Come motivazione, la Corte Suprema ha detto che il Glivec "non è un prodotto innovativo", utilizzando appunto una molecola già nota, e che quindi non rientra nei criteri pre-stabiliti per le "invenzioni". Secondo diverse associazioni indiane di difesa dei diritti umani si tratta di una sconfitta di "big pharma", come vengono chiamati i colossi farmaceutici, e di una conferma dell'India come "farmacia dei poveri" mondiale. I giudici hanno sentenziato che "il nuovo farmaco non corrisponde a criteri di novità. Si tratta di una vecchia molecola" stabilendo che "il farmaco non può essere nuovamente brevettato in India". Via libera dunque ai farmaci "low-cost". Chissà che si possano produrre sempre più anche in Paesi più ricchi....oops, più vecchi. Come la nostra Europa.
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