Data: 02/07/2013 12:00:00 - Autore: L.V.
All'interno del quadro economico nazionale spagnolo, è interessante notare come – nel comparto dei beni strumentali – nel corso del 2011 si sia registrata una crescita dell'1 percento, a fronte di una contrazione che nel corso del 2010 si era quantificata in un notevole -3 percento e, ancor di più, al drammatico -20 percento del 2009. Per il 2012, invece, la crescita è stata stimata in una misura non dissimile da quanto è avvenuto nel corso dell'anno precedente, vale a dire, un incremento di circa l'uno percento.

Al di là di queste previsioni, però, preoccupano – e non poco – le condizioni economiche dei principali paesi europei, alle quali vanno poi ad unirsi le difficoltà nell'ottenere crediti e la difficile congiuntura economica interna: la somma di questi elementi, crea qualche preoccupazione in più del normale per un settore che assicura circa 175.000 posti di lavoro (nel 2011 ha registrato una contrazione dello 0.9 percento degli occupati rispetto al 2011) e, tenendo presente l'indotto, addirittura la bellezza di 400.000 posti. Prendendo in esame poi l'andamento dello scambio commerciale con l'estero di questo comparto, in rapporto alle macchine, apparecchi meccanici ed apparecchiature elettriche, emerge un contesto particolarmente disomogeneo: da una parte, le importazioni hanno conosciuto una diminuzione del 7 percento e, le esportazioni, sono invece cresciute dell'8 percento, con un miglioramento del deficit della bilancia commerciale che dai 17.554 milioni è passato ai 12.301 milioni. Questo dato è certamente un ottimo indicatore della necessità di maggiori esportazioni.

Tra i vari paesi partner dell'economia iberica per quanto riguarda le forniture, emerge che la Germania detiene il primo posto con 7.72 miliardi di euro (sebbene abbia registrato un -5.9 percento in rapporto al 2010), seguita dalla Cina a 4.54 miliardi (anche in questo caso in decrescita con un -13.6 percento), dalla Francia a 3.73 miliardi (un calo del -6.5 percento), mentre che l'Italia – in controtendenza rispetto agli altri, grazie ad un incremento del 3.2 percento – ha totalizzato 3.68 miliardi, scavalcando nella classifica dei principali paesi fornitori della Spagna l'Olanda.

Dall'Italia, i principali beni strumentali in arrivo riguardano il comparto meccanico, in particolare con le pompe per liquidi, le macchine per l'automazione dell'informazione, i motori a pistone, le pompe per l'aria o a vuoto e infine le rubinetterie. In seconda analisi, anche i prodotti per telecomunicazione su reti cellulari e in genere senza filo, hanno registrato una buona performance.

In conclusione, i beni strumenti rivestono ancora oggi un'importanza strategica per l'intera economia iberica e, proprio per questo motivo, gli attori economici e l'amministrazione pubblica dovranno controllare molto da vicino l'andamento dell'interno settore creditizio, la cui importanza è veramente notevole, soprattutto nell'apporto di investimenti atti all'innovazione, in un comparto dove la competizione internazionale è molto serrata. Per gli imprenditori interessati a fare business in Spagna è disponibile una comparativa fiscale con pratico esempio al seguente link:COMPARATIVA FISCALE ITALIA - SPAGNA
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