Data: 10/06/2013 10:50:00 - Autore: Barbara LG Sordi
Lex & the City - pensieri leggeri politicamente (s)corretti - episodio 42

Oggi, passeggiando per le vie del centro della mia citt�, sono incappata in un banchetto. Pensavo fossero gi� ricominciate le campagne pre-elettorali, e i sono un po' spaventata pensando che non avevo nemmeno memorizzato i nomi di cinque ministri e gi� mi toccava ripartire con una nuova rosa di eletti.

E invece no. Si trattava di una raccolta di firme s�, ma ben diversa da quel che mi aspettavo. Allora mi sono recata al banchetto e ho firmato. Ho firmato per la proposta di legge di iniziativa popolare per la liceit� dell'eutanasia legale e la depenalizzazione medica promossa dall'associazione Luca Coscioni. So che in molti non saranno d'accordo con la dolce morte, per ideologie religiose o per mille altri motivi, per� personalmente mi trovo in disaccordo gi� in partenza con chi non concede libera scelta sul proprio personale destino. � un mio difetto, lo so. Ne sono consapevole.

Quando per� si parla di malattie che non danno speranza o stati neurovegetativi solo una forte dose di credo religioso pu� sopportare l'idea che si possa vivere in un corpo inerte, con una testa intrappolata e condannata all'angoscia. Per non poter dire cosa pensa, per non poter abbracciare chi ama. Per non poter vivere. Un'angoscia che pu� durare anche anni, decenni.

La proposta di legge, oltre a contemplare la possibilit� di redigere un testamento biologico che in nessun modo possa essere sospeso da un giudice, in disaccordo con le volont� espresse prima dell'effettiva impossibilit� di esprimerle, lancia la provocazione di depenalizzare quei medici che scelgono la via dell'accompagnamento alla morte. Che siamo consapevoli, mai e poi mai potr� essere indolore e senza sofferenze, perlomeno a livello umano. Linea che fondamentalmente non si discosta in fondo dal trend lanciato dalla legge Balduzzi.

Per quanto un medico faccia un giuramento sommo di dedicarsi e impegnarsi a salvare qualsiasi paziente, talvolta, proprio per piet� umana � consapevole che l'accanimento non avrebbe alcun senso terapeutico. Sarebbe un semplice palliativo per i dolori di chi assiste impotente. Eppure il rischio corso dai medici che scelgono la strada compassionevole dell'eutanasia � molto alto, nel peggiore dei casi pu� essere una condanna per omicidio colposo e nel migliore la radiazione dall'albo, che corrisponde alla morte professionale.

Per poter visionare la proposta vi invito a visitare il link http://www.associazionelucacoscioni.it/comunicato/proposta-di-legge-di-iniziativa-popolare-su-rifiuto-di-trattamenti-sanitari-e-liceita, dove sono elencati i singoli articoli del disegno di legge.
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