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Data: 02/08/2013 10:19:00 - Autore: Margherita Marzario Abstract: Attraverso una lettura delle fonti internazionali, l'Autrice illumina il senso delicato e profondo dell'essere bambino in quello che dovrebbe esserne il percorso esistenziale “garantito”. “I fiori della valle nascono dall'affetto del sole e dalla passione della natura, e i bambini sono fiori d'amore e tenerezza” (da “Ali spezzate” di Kahlil Gibran). I figli hanno diritto a fiorire e rifiorire. Per raggiungere quest'obiettivo, la filosofa statunitense Martha Nussbaum propone la pratica di un insieme di abilità/virtù che, in una sorta di decalogo, ben si adattano al percorso di crescita delle persone minori d'età. Sensi, immaginazione e pensiero, “quindi essere in grado di usare i propri sensi, di immaginare, di pensare liberamente, di ragionare sulle basi di un'educazione adeguata”. Vita, salute fisica e integrità fisica costituiscono l'individualità fondamentale per lo svolgimento della personalità che si manifesta quando il singolo esercita i propri diritti nelle formazioni sociali (art. 3 Costituzione). Sensi, immaginazione e pensiero sono quella libertà di pensiero, di coscienza e di religione nel cui esercizio i genitori, o altre figure adulte di riferimento, hanno il diritto e il dovere di guidare il fanciullo in modo consono alle sue capacità evolutive (art. 14 Convenzione di New York). Ragion pratica, “ovvero essere in grado di avere una propria visione del bene e del giusto, saper dedurre da questa principi e valori”. “L'educazione del fanciullo deve tendere a inculcare al fanciullo il rispetto dei genitori, della sua identità, della sua lingua e dei suoi valori culturali, nonché il rispetto dei valori nazionali del Paese in cui vive, del Paese di cui è originario e delle civiltà diverse dalla propria” (dall'art. 29 lettera c Convenzione di New York). È essenziale che il bambino sappia discernere quel che vale (= valore) per superare ogni crisi (etimologicamente “separazione, scelta, giudizio”), perché questa è la vera crescita. Già nell'art. 7 della Dichiarazione dei diritti del bambino del 1959 all'art. 7 si parlava di giudizio personale e senso di responsabilità morale e sociale del bambino. Gioco, “capacità di provare gioia, di ridere e di giocare”. “Il bambino deve avere tutte le possibilità di dedicarsi a giochi e ad attività ricreative che devono essere orientate a fini educativi; la società e i poteri pubblici devono fare ogni sforzo per favorire la realizzazione di tale diritto” (art. 7 par. 2 Dichiarazione dei diritti del bambino del 1959). Questa formulazione, per quanto apprezzabile alla fine degli anni '50, trascura la soggettività del bambino e la plurivalenza del gioco che, invece, è stata evidenziata negli atti successivi, dalla Carta dei diritti del fanciullo al gioco e al lavoro del 1967 alla Charte du Bureau International Catholique de l'Enfance del 2007, in cui si legge: “Egli [il bambino] ha diritto alla spensieratezza, alla risata, al gioco, ed anche ad un avvenire professionale”. Il gioco, pertanto, come modo d'essere del bambino stesso, come elemento di vita. Come nei vari significati di “ludus” in latino, da “gioia”, in Livio “ludus aetatis”, “piaceri della giovinezza, gioia dell'amore”, a “scuola” (elementare o dei gladiatori). “Il Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca segnala agli istituti di istruzione primaria e secondaria la valenza educativa del tema del gioco responsabile affinché gli istituti, nell'ambito della propria autonomia, possano predisporre iniziative didattiche volte a rappresentare agli studenti il senso autentico del gioco e i potenziali rischi connessi all'abuso o all'errata percezione del medesimo” (legge n. 189/2012). Questa previsione legislativa, ed in particolare la locuzione “il senso autentico del gioco”, rimarca la rilevanza del gioco nella formazione e nella vita dei giovani. Controllo sul proprio ambiente e sulla propria vita, “ovvero essere in grado di non subire indesiderate interferenze nelle scelte personali, in grado di difendere i propri spazi e proprietà”. Il gioco come strumento per partecipare liberamente e pienamente alla vita artistica e culturale: così l'art. 31 della Convenzione Internazionale sui diritti dell'Infanzia. Attraverso il gioco il bambino si sperimenta ed impara le regole del gioco, le regole del più grande gioco che è la vita. Così si avrà il pieno sviluppo della persona umana e la futura partecipazione all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese (art. 3 comma 2 Costituzione). Il gioco, come modus vivendi dell'homo ludens, per stare bene con se stessi e con gli altri, come fonte di benessere. “La salute è creata e vissuta dalle persone all'interno degli ambienti organizzativi della vita quotidiana: dove si studia, si lavora, si gioca e si ama. La salute è creata prendendosi cura di se stessi e degli altri, essendo capaci di prendere decisioni e di avere il controllo sulle diverse circostanze della vita, garantendo che la società in cui uno vive sia in grado di creare le condizioni che permettono a tutti i suoi membri di raggiungere la salute” (dal paragrafo “Entrare nel futuro” della Carta di Ottawa per la promozione della salute). Da notare che in questa previsione legislativa il gioco è collocato tra il lavoro e l'amore, linfa della vita quotidiana. Tutto ciò è già insito nel bambino, perché “il bambino possiede in lui importanti risorse” (dalla Charte du Bureau International Catholique de l'Enfance). Questa fecondità, questa prosperità è la felicità dell'infanzia (etimologicamente felicità deriva dalla stessa radice di fecondità, feto, figlio), felicità di cui si parla solo negli atti internazionali (Preambolo della Dichiarazione dei diritti del bambino, Preambolo della Convenzione Internazionale sui Diritti dell'Infanzia, Charte du Bureau International Catholique de l'Enfance). “I bambini sono degli artisti nell'approfittare di ogni occasione per essere felici” (lo scrittore svizzero Robert Walser). La filosofa Nussbaum sostiene che per arrivare ad una soglia minima di rispetto della dignità umana nelle costituzioni, come nelle attività di governo, i diritti vadano sostituiti con la garanzia di "capacità", con il dispiegarsi cioè di quelle condizioni che rendono un uomo realizzato. È quello che bisogna fare nel salvaguardare e promuovere l'infanzia felice. Margherita Marzario BIBLIOGRAFIA: Fulvio Scaparro, “Le molteplici fioriture della vita”, in Messaggero di sant'Antonio, ottobre 2011, pp. 84-85. |
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