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Data: 11/09/2013 09:30:00 - Autore: Licia Albertazzi di Licia Albertazzi - Corte di Cassazione
Civile, sezione sesta, ordinanza n. 20331 del 4 Settembre 2013.
Pur
rilevando come il ricorso sia manifestamente infondato (il ricorrente avrebbe
omesso di presentare motivi validi che giustificassero il ricorso in
Cassazione) l'ordinanza in esame, adottata a seguito di procedimento ex art.
380bis cod. proc. civ., chiarisce in quali casi lo straniero interessato pu� rivolgersi
o al giudice ordinario (come nel caso di specie, in primo grado, al giudice di
pace) o al giudice amministrativo. �In
tema di disciplina dell'immigrazione,
mentre � rimessa al giudice ordinario la cognizione delle impugnative avverso
il decreto prefettizio di espulsione amministrativa dello straniero, rientra
nella giurisdizione, invece, del giudice amministrativo ogni controversia
relativa al diniego o al mancato rinnovo del permesso di soggiorno, essendo,
questi ultimi, provvedimenti discrezionali e non vincolati come il decreto di
espulsione �ex� art. 13 del D.Lgs. 25 luglio 1998. n. 286�. Inoltre,
nel caso di specie, il ricorrente ha impugnato il decreto prefettizio di espulsione, atto vincolato della P.A.; la
sua difesa tuttavia si � basata su motivi inerenti altra questione non
sottoponibile all'autorit� ordinaria. �Il
decreto di espulsione dello straniero che non sia in possesso del permesso di
soggiorno o non ne abbia chiesto il rinnovo � atto vincolato ai sensi dell'art.
13, secondo comma, del D.Lgs. n. 286 del 1998, mentre le valutazioni relative
all'ordine pubblico, alla integrazione sociale e alle possibilit� di lavoro
dello straniero attengono al procedimento di concessione o di rinnovo del
permesso, il cui controllo � demandato esclusivamente al giudice
amministrativo, dinanzi al quale sia stato impugnato il diniego; ne consegue
che l'opposizione al decreto di
espulsione davanti al giudice ordinario non pu� fondarsi su motivi attinenti al
mancato rilascio o al mancato rinnovo del permesso di soggiorno�. Essendo
l'atto di espulsione provvedimento vincolato adottabile dall'autorit�
prefettizia, ben pu� conoscerne il giudice ordinario (avendo in questo caso
potere pieno e dovendo in definitiva verificare l'esatta applicazione della
normativa al caso concreto); al contrario, egli non potrebbe in alcun modo
sindacare l'operato della pubblica amministrazione cui la legge riserva
discrezionalit�. Conclude la Suprema Corte rilevando inoltre come, nel merito, �lo svolgimento di un'attivit� lavorativa in condizione d'irregolarit� non costituisce una causa ostativa all'espulsione�. |
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