Data: 04/10/2013 15:00:00 - Autore: A.V.
Con la sentenza n.38034/2013 la Corte di Cassazione richiamando l'attenzione sull'articolo 727 del Codice Penale sul maltrattamento degli animali, ha ricordato che l'utilizzo di tale strumento � incompatibile con l'esigenza di garantire le condizioni ottimali di detenzione e di custodia dell'animale.�
Secondo la Cassazione l'utilizzo del collare antiabbaio � da ritenersi lesivo della libert� dell'animale e, pertanto, inscrivibile fra i dispositivi atti a provocarne maltrattamenti, cos� come previsto dal Codice Penale. �
Lo stesso principio era stato gi� affermato con una sentenza del 2007, quando al proprietario di un animale era stato contestato esclusivamente l'uso, e non l'abuso, del dispositivo elettronico.
Sul comportamento del proprietario, che utilizzava il collare per limitare i comportamenti molesti del cane, si era espresso un medico veterinario, il quale riteneva immotivato l'uso del dispositivo, ritenendolo nocivo e doloroso per il cane, oltre che incompatibile con la sua stessa natura.
Secondo il veterinario un collare antiabbaio comporta una serie di conseguenze pericolose e spesso irreversibili nell'animale, difficilmente compatibili con i principi educativi. La Cassazione, nella sentenza del 17 settembre 2013, riprende le opinioni del veterinario e ritiene che l'utilizzo del collare antiabbaio sia collegato ad un'educazione fondata sul dolore, capace di incidere sulla natura psicofisica del cane, danneggiandola irreparabilmente.

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