Data: 29/10/2013 11:00:00 - Autore: Avv. Barbara Pirelli

- Anche un "matrimonio lampo" può dare diritto all'assegno di mantenimento. Lo afferma la Corte di Cassazione con la sentenza n.23442 del 16.10.2013.

I protagonisti della vicenda, finiti sotto la "lente di ingrandimento" della Suprema Corte, sono un marito con una situazione economica e patrimoniale molto agiata, caratterizzata da un prestigioso patrimonio immobiliare, e una moglie che ricopre la posizione di primario ospedaliero.
I coniugi, peraltro, dopo il matrimonio continuavano a vivere in case differenti mantenendo ciascuno la propria vita privata.
Il Tribunale di Montepulciano riconosceva alla moglie un assegno divorzile pari ad Euro 1200,00 in considerazione del grosso divario economico e patrimoniale tra le due posizioni reddituali.
La Corte d'Appello di Firenze confermava la sentenza di primo grado rigettando l'appello principale sulla scorta del fatto che il patrimonio immobiliare del ricorrente costituiva una grande disponibilità di risorse economiche; sulla base delle stesse poteva, dunque, determinarsi il mantenimento in favore della moglie.
L' elevato importo dell'assegno di mantenimento veniva dettato dallo squilibrio economico e patrimoniale tra i due coniugi.
Gli Ermellini, infatti, nell'esaminare il caso hanno ritenuto che la donna durante il matrimonio avesse goduto di un tenore di vita più elevato,quindi, decisamente migliore rispetto al tenore di vita successivo alla rottura del rapporto coniugale.
Molto interessante e' la distinzione operata dalla Suprema Corte tra il concetto di "tenore di vita" e "stile di vita".
La Corte precisa che : "in presenza di rilevanti potenzialità economiche, un regime familiare può essere improntato a uno stile di "understatement" (riduzione) o di rigore ma questa e' una scelta del tutto personale e come tale non può annullare le potenzialità di una condizione economica molto agiata.
Per ciò che riguarda la breve durata del matrimonio la Cassazione precisa che la stessa non influisce sull'assegnazione o meno dell'assegno di mantenimento bensì sulla sua quantificazione.
Nel caso di specie, considerato il notevole dislivello economico tra le parti, se il matrimonio avesse avuto una durata più lunga anche l' importo dell'assegno di mantenimento sarebbe stato più alto.
In conclusione la Corte ha rigettato il ricorso del ricorrente condannandolo al pagamento delle spese del giudizio di Cassazione liquidate in Euro 1.600,00 di cui Euro 200 per spese.

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