|
Data: 25/11/2013 11:00:00 - Autore: Prof. Mauro Di Fresco Associazione Avvocatura di Diritto Infermieristico: il demansionamento dell'infermiere è ormai alla base dell'organizzazione sistematica delle attività sanitarie. Si pensava che fosse utilizzato esclusivamente nelle strutture pubbliche e private per sopperire alla carenza di personale ausiliario, carenza più o meno dolosa, ma comunque sempre generata da una effettiva e cogente necessità. Invece abbiamo superato anche questo limite, unico in Europa. Ora è premeditatamente pianificato dalle cooperative sociali che applicano livelli retributivi e funzionali del “facchino” all'infermiere. In poche parole anziché collocare l'infermiere al III livello retributivo e funzionale del C.C.N.L. UNCI, molte cooperative lo collocano al VII cioè all'area delle pulizie e del facchinaggio, e non solo! Adibiscono realmente l'infermiere a queste mansioni, oltre che alle proprie. Per la prima volta in Italia un'infermiera laureata, dipendente di una cooperativa romana di valenza nazionale, si è ribellata ed ha conferito all'associazione ADI la propria tutela. A breve, presso il Tribunale di Roma si discuterà la prima causa di demansionamento e sfruttamento sistematico dell'infermiere. Il ricorso a sostegno dell'infermiera è profondamente articolato e radicato sulle diverse normative interne e internazionali che elevano la professione infermieristica a livello intellettuale … www.aadi.it |
|