Data: 28/01/2014 10:00:00 - Autore: Luigi Vitale
Dr. Luigi Vitale - Sempre pi� spesso capita di imbattersi in pubblicit�, anche televisive, in cui vengono offerti servizi di assistenza legale soprattutto nell'ambito della responsabilit� civile automobilistica o della responsabilit� da colpa medica. E in genere non si tratta di studi legali ma di societ� strutturate sotto forma di franchising che poi hanno alle spalle un pool di avvocati pronti ad intervenire nel caso in cui la materia, inizialmente trattata a livello stragiudiziale, dovesse poi sfociare in un contenzioso.
� un chiaro esempio di come, ormai, la ricerca della clientela passi attraverso il marketing dei servizi legali. Anzi, per far fronte ad una realt� estremamente competitiva e commerciale e rimanere sul mercato, per gli studi legali � elemento imprescindibile oggi investire risorse nel marketing, approntare strategie e piani, dotarsi di una formazione manageriale, come una vera e propria impresa commerciale, rimanendo in linea con l'etica professionale.
In Italia, dove si sconta un ritardo dovuto a vincoli deontologici e legislativi (� solo dal 2006 con la legge n. 248, il c.d. decreto Bersani, che � concesso agli avvocati realizzare attivit� di comunicazione e promozione del proprio studio), non c'� ancora un utilizzo massiccio delle strategie di marketing come avviene invece da tempo negli Stati Uniti, dove si parla di "legal marketing" sin dalla met� degli anni '70.
Gli avvocati d'oltreoceano hanno saputo combinare qualit� e visibilit� cercando di garantire da un lato un'elevata prestazione professionale e dall'altro investendo in attivit� di marketing finalizzate all'acquisizione di nuova clientela e allo sviluppo del proprio business: passando dalla concessione di tariffe vantaggiose, senza anticipi e con compensi solo in caso di vittoria a campagne pubblicitarie, anche provocatorie e con l'utilizzo di noti testimonial.
Una situazione analoga si riscontra in diversi Paesi europei (tra cui Inghilterra, Olanda, Francia, Spagna e Germania) dove da molti anni � consentito agli avvocati ricorrere alle tecniche e alle strategie del legal marketing.
Nel nostro Paese, nei limiti della legge Bersani e dei numerosi vincoli deontologici (come il divieto di rendere pubblico il nominativo dei propri clienti, creando cos� una sorta di case history), molti studi legali si stanno orientando sempre pi� verso attivit� di marketing innovative, cercando di recuperare il gap con i colleghi internazionali.
Dalle tradizionali azioni tese alla creazione dell'immagine corporate, al puro advertising, alle pubblicazioni, ai corsi di formazione, workshop e seminari, sono molti gli strumenti a disposizione degli avvocati per posizionare sul mercato il proprio "brand", sviluppando il core business, fidelizzando la clientela acquisita e reclutandone di nuova.
Ma la via privilegiata resta quella dei media digitali.
Se ancora la presenza principale online degli studi legali non va oltre il classico sito-vetrina, si cominciano a muovere i primi passi verso modalit� di posizionamento sperimentale attraverso l'uso delle tecniche del web advertising (direct mail, newsletter, ecc.) e dei social network (Linkedin, Twitter, Facebook). Questi ultimi in particolare giocano un ruolo strategico nel rapporto tra lo studio legale e gli utenti, consentendo lo sviluppo di relazioni dinamiche, immediate e aggiornate, ma soprattutto la possibilit� di allargare il proprio network attraverso la condivisione.
Il marketing dello studio legale sembra proprio si stia muovendo verso una nuova era.
Dott. Luigi Vitale

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