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Data: 24/01/2014 16:00:00 - Autore: Gabriella Filippone Dal 2012 la Cina investe sul settore edilizio in alcune
aree africane. Enormi palazzi di fabbricazione cinese emergono in
nuove cittadine semi deserte capaci di ospitare mezzo milione di
abitanti. Se le città risultano quasi del tutto
inabitate, delle "città fantasma", ci si è chiesti per quale motivo la prima potenza economica…
Foto | via www.oltrelacoltre.com
A cura di Gabriella Filippone - Un interessante articolo comparso su La Vita Oggi esamina il fenomeno delle "città fantasma". Ci dice che l'enorme complesso “Kilamba”, in Angola, è progettato per ospitare fino a mezzo milione di persone, il "palazzinaro" in questione è "100% cinese", il costruttore infatti è la statale CITIC China International
Trust and Investment Corporation, il
costo riportato è di 3,5 miliardi di dollari.
“Kilamba” ha un'estensione di 5.000 ettari (12.355 acri), è la più grande delle nuove “città satellite” costruite da ditte edili cinesi in giro per l'Angola.
Città quasi
inabitate, ci si chiede cosa abbia mosso la prima potenza economica del mondo ad investire nel
settore edile dall'altra parte del mondo, nel continente africano. Secondo
alcune fonti, la Cina avrebbe vinto degli appalti per realizzare cittadine a
basso costo per la popolazione africana.
Nel mentre il governo
cinese progetta di trasferire 300
milioni di cittadini cinesi in Africa per risolvere il problema della
sovrappopolazione e del consumo eccessivo delle risorse nel continente cinese.
La Vita Oggi riporta un articolo
pubblicato nel 2012 dalla BBC: il reportage giornalistico
evidenzia come del primo lotto in vendita di 2.800 appartamenti ne sono
stati venduti solo 220. Nelle "città fantasma", nuove di zecca, "ancora
impacchettate" si vedono pochissime auto e ancor meno persone, solo
righe ripetitive di palazzi multicolori, persiane sigillate e balconi
vuoti. Occupata qualche unità commerciale, si
tratta però di aziende di servizi pubblici, non ci sono negozi – con l'eccezione di un nuovo ipermercato
situato in una entrata –.
“Non c'è
classe media in Angola, solo i più poveri ed i più ricchi, e quindi non c'è
nessuno che compra questi tipi di case”.
“Il governo deve iniziare a dare la priorità alla
costruzione di alloggi a basso costo, perché gran parte della popolazione vive
in baracche senza acqua, elettricità e servizi igienici,” afferma alla BBC
Elias Isaac, Direttore del paese presso l'Ufficio angolano dell'iniziativa Open
Society of Southern Africa ( OSISA).
Il progetto “Kilamba” è stato finanziato da una
linea di credito cinese – che l'Angola
sta rimborsando con olio – così è stato tecnicamente pagato. Se le case rimarranno invendute, per il governo angolano si sarà trattato di un
investimento potenzialmente sprecato.
La città di Kilamba è un progetto faro del
governo del presidente José Eduardo dos Santos, che vuole confermare il suo
famoso impegno elettorale: costruire un milione di case in quattro anni.
Allan Cain, capo della Development Workshop
un'organizzazione angolana non governativa specializzata nella riduzione della
povertà urbana, pur accogliendo con favore l'investimento, ha ribadito: “Quello
che abbiamo sostenuto è un programma di potenziamento in situ, dove la gente
vive, qualcosa che è considerato essere la migliore prassi internazionale”.
Foto| via DailyMail
Anche Il DailyMail prova a descrivere
l'influenza cinese in Africa:
la Cina presta miliardi ogni
anno a stati del continente africano, è una politica questa che estende l'influenza
economica cinese.
I lavoratori africani locali vengono pagati
una miseria dai datori di lavoratori cinesi.
Negozi africani inondati di
prodotti cinesi a basso costo (e qui niente di strano, anche noi in Italia siamo inondati).
La spinta della Cina in
Africa è imponente e determinata: i governatori cinesi ritengono che l'Africa potrà
diventare uno stato ‘satellite', risolvendo così i problemi di sovrappopolazione e la scarsità
delle risorse naturali cinesi.
"Con poco
clamore, l'incredibile cifra di 750.000 cinesi si sono stabiliti in Africa
negli ultimi dieci anni".
La strategia è stata accuratamente messa a punto
da funzionari di Pechino, esperti hanno
stimato che la Cina trasferirà 300
milioni di persone in Africa .
La Cina, in tutta l'Africa, firma affari
lucrosi, acquista le preziose materie prime africane: petrolio, platino, oro e
minerali.
Sorgono nuove ambasciate e si ampliano le vie
aeree. La nuova élite cinese si reca a fare shopping presso i negozi costosi, di lusso, acquista dai consessionari Mercedes e BMW e iscrive i figli presso scuole private esclusive.
Le strade africane sono ingombrate da autobus cinesi, i mercati
africani sono stracolmi di merci cinesi a basso costo; migliaia di chilometri di
nuove ferrovie cinesi: la Cina "invade" l'Africa.
Fonte: La Vita Oggi |
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