Data: 18/03/2014 11:30:00 - Autore: Licia Albertazzi

di Licia Albertazzi - Corte di Cassazione Civile, sezione seconda, sentenza n. 5773 del 12 Marzo 2014. Nel caso di specie la Suprema Corte � chiamata a pronunciarsi circa l'applicazione dell'art. 1358 codice civile (Comportamento delle parti nello stato di pendenza), il quale dispone che nel caso in cui il promittente venditore si impegni in un'alienazione sottoposta a condizione sospensiva, in pendenza di questa, deve comportarsi secondo buona fede; deve cio� porre in essere tutti quei comportamenti necessari al fine del compiersi della stessa, salvo il sopravvenire di circostanze che ne impediscano la riuscita, circostanze sulle quali non vi pu� essere alcun oggettivo potere di controllo. In pratica, si tratta di decidere � a fronte di domanda di risoluzione contrattuale con contestuale richiesta di risarcimento del danno avanzata dai promittenti acquirenti - la legittimit� del comportamento mantenuto da un'impresa di costruzione circa il mancato rilascio di idoneo titolo abitativo da parte dell'amministrazione competente.

Nella controversia che ne deriva � il giudice che detiene il potere-dovere di verificare l'adeguatezza del comportamento delle parti secondo buona fede; tale potere discrezionale � sindacabile in sede di legittimit� solo per violazione di legge o difetto di motivazione ove si rilevi che, in base agli elementi acquisiti in fase di merito, vi sia uno scostamento rispetto ad uno �standard esigibile di buona fede�. Nel caso specifico, se i comportamenti adottati dal promissario venditore siano in concreto state idonee ad ottenere autorizzazione comunale di un progetto di lottizzazione, poi negata, altres� valutando se esistessero altre circostanze che giustificassero la desistenza o la mancata adozione delle predette iniziative.


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