Data: 29/03/2014 12:50:00 - Autore: Marina Crisafi

Quando l'avvocato sciopera, il giudice deve rinviare l'udienza, salvo che "sussistano situazioni che rendano indifferibile la trattazione del processo". È quanto hanno affermato le Sezioni Unite penali della Cassazione, con l'informativa provvisoria n. 5 del 27 marzo 2014

La Suprema Corte era stata chiamata a pronunciarsi, sul ricorso n. 7888/2013, rimesso dalla quinta sezione penale, per chiarire "se, anche dopo l'emanazione del codice di autoregolamentazione delle astensioni dalle udienze degli avvocati, adottato il 4 aprile 2007 e ritenuto idoneo dalla Commissione di garanzia dell'attuazione della legge sullo sciopero nei servizi essenziali con delibera del 13 dicembre 2007, permanga il potere del giudice - in caso di adesione del difensore all'astensione - di disporre la prosecuzione del giudizio, in presenza di esigenze di giustizia non contemplate nel codice suddetto". 

Un chiarimento reso necessario per stabilire esattamente la cogenza e l'ambito di operatività della normativa autoregolamentare, emanata in attuazione della l. n. 146/90, considerato da una parte, l'orientamento delle stesse Sezioni Unite che l'hanno definita una "normativa secondaria" alla quale doversi conformare, senza specificare se è solo il difensore o anche il giudice a dovervisi attenere e, dall'altra, la controversa sentenza che, sulla scorta di un'interpretazione estensiva delle "prestazioni indispensabili" in materia penale previste dalla l. n. 146/90 ha individuato nell'interesse di un teste proveniente da lontano ad essere escusso, una ulteriore situazione, rispetto a quelle previste dal codice, per legittimare la prosecuzione del giudizio nonostante l'adesione del difensore allo sciopero

La Corte ha, quindi, sciolto l'ardua prognosi esprimendosi negativamente. 

La decisione è stata salutata con favore dai penalisti e dall'Unione delle Camere Penali, poiché ha sancito, seppur con il margine discrezionale dell'indifferibilità, l'importanza del contemperamento degli interessi in gioco meritevoli di tutela: da un lato, la ragionevole durata del processo; dall'altro, i diritti e le libertà dell'intera categoria, garantiti costituzionalmente.


Tutte le notizie