Data: 05/05/2014 09:31:00 - Autore: Laura Tirloni

Di Laura Tirloni - Sebbene il cosiddetto taccheggio sia un tipo di furto presente da sempre, attualmente, nella societ� del consumismo e con lo sviluppo dei grandi magazzini e la progressiva diffusione del commercio secondo il modello del self-service, questa attivit� di tipo "predatorio" risulta essere in continuo aumento. Quasi un secolo fa, i taccheggiatori pi� scaltri venivano soprannominati come �Pelli scozzesi�, in quanto gli uomini nascondevano le merci in grandi tasche all'interno dei mantelli, mentre le donne erano dotate di validi nascondigli sotto le gonne dove riporre le merci sottratte. In America il fenomeno � cos� diffuso che gli studi abbondano e gi� dal 1977 � nato un gruppo di auto-aiuto dei taccheggiatori anonimi, con finalit� �rieducative�. Secondo recenti studi italiani, tale tipologia di furto sarebbe messa in atto da un cliente su otto, soprattutto studenti, casalinghe e pensionati, almeno una volta nella vita. I costi del fenomeno sono piuttosto ingenti e in continuo aumento e di norma vengono fatti rientrare nelle cosiddette �differenze inventariali�. Del totale di tali perdite, si stima che il 45% sia dovuto al taccheggio da parte dei clienti, un 35% ai furti da parte dei dipendenti ed il restante 20% ad errori contabili. In ambito giuridico esistono in generale interpretazioni divergenti rispetto alla qualificazione del reato, che vanno dal furto aggravato al reato minore, da punire esclusivamente con sanzioni amministrative. Sempre secondo gli studi, le denunce da parte dei commercianti risultano piuttosto rare, mentre prevalgono le azioni preventive e di controllo del taccheggio, attraverso apparecchiature, allarmi e personale in borghese, i cui costi vengono ammortizzati mediante l'aumento dei prezzi, il che si ripercuote sul consumatore stesso. Dagli studi sul fenomeno emerge anche come il cliente, anche quando consapevole, tenda ad evitare di denunciare il taccheggiatore, mostrandosi in qualche modo collusivo. Tutto ci� avviene in un contesto in cui le Forze dell'Ordine sono impegnate a svolgere ben altre attivit�. Dall'analisi il taccheggio, pi� che un vero e proprio reato, sembra configurarsi come una sorta di �trasgressione�, piuttosto comune e pi� o meno tollerata, riferita ad un'entit� tutto sommato astratta (il grande magazzino) e non attuata ai danni di un singolo, con il quale sarebbe pi� facile identificarsi e solidarizzare. In altre parole, la clientela sottrae e la clientela paga le conseguenze, e ci� sembra chiudere il cerchio.

Quello che viene da considerare a questo punto � se non sia proprio tale atteggiamento a favorire il costante aumento del taccheggio, in quanto, pur esistendo le norme, queste non vengono quasi applicate, stimolando di conseguenza alla loro inosservanza. Tutto ci� renderebbe opportuna una nuova riflessione criminologica sul fenomeno, per stabilire l'opportunit� di intraprendere misure di politica criminale e un'azione di sensibilizzazione dell'opinione pubblica a scopo preventivo, per approdare ad una maggiore educazione civica e favorire il rispetto delle norme sociali.


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