Data: 12/05/2014 18:11:00 - Autore: A.V.
di Stefano Bovino - boy.style@virgilio.it 
Quello della riforma della giustizia � argomento che a pi� riprese ha interessato i vari esponenti del mondo politico susseguitisi negli ultimi anni.
Prescindendo da obiettivi e contenuti della futura riforma, il tema risulta inserito tra quelli pi� urgenti dell'agenda dell'attuale governo, rinviato al completamento, a breve, delle altre riforme in atto, tra cui quella del Senato.
Il bisogno generalizzato di una riforma della macchina della giustizia � un'urgenza avvertita non solo dagli addetti al settore ma da tutto il mondo civile, con cambiamenti che restituiscano funzionalit� ed efficienza a tutti i singoli ingranaggi, per garantire ai cittadini l'effettiva tutela dei diritti e degli interessi legittimi, costituzionalmente protetti.
Per far ci�, occorre una riforma di ampio respiro, tesa non solo alla riorganizzazione dell'apparato, con stanziamenti e investimenti mirati in grado di dotare le diverse strutture di adeguati strumenti operativi, ma una modifica del sistema alla radice, finalizzata a superare la situazione di grave inefficienza in cui versa la macchina giudiziaria, involgendo, necessariamente, la stessa qualit� e sostenibilit� del modo di legiferare.
Proprio quest'ultimo punto � ritenuto cruciale, di fronte ad un Parlamento che, negli ultimi tempi, sta abdicando alla propria funzione legislativa affidata sempre pi� alla decretazione d'urgenza del Governo, provocando autorevoli interventi (Presidente della Repubblica, Corte Costituzionale, ecc.) che invitano ad un uso pi� coerente di tale strumento, in ottemperanza al dettato costituzionale. Oltre ai limiti ben precisi assegnati ai decreti legge, quali fonti di carattere eccezionale e straordinario, la Carta Costituzionale richiede anche l'"omogeneit�" della materia degli atti provvisori che, invece, ad oggi, � completamente snaturata per l'effetto di norme aggiunte nella procedura di conversione (il riferimento � agli ormai consueti decreti "omnibus" della prassi) che, nella fase di discussione e approvazione parlamentare, a colpi di emendamenti (e maxiemendamenti) trasformano significativamente i testi rispetto ai progetti originari.
Altra questione di notevole rilievo inerente la capacit� legislativa, � la proliferazione massiva di disposizioni e novelle normative sempre pi� "ermetiche" e "contraddittorie", che costringono la giurisprudenza a sopperire, attraverso il ruolo di interpretazione ad essa affidato, per chiarire il significato delle norme nella pratica garantendone la corretta applicazione.
Da pi� parti, pertanto, si auspica una sorta di "regulation review" che attui una semplificazione normativa, attraverso l'emanazione di leggi applicabili e comprensibili, l'abrogazione della frammentariet� delle disposizioni in molte materie a favore dell'introduzione di testi unici che assicurino maggiore certezza del diritto e coerenza del quadro legislativo di riferimento.
Stefano Bovino - boy.style@virgilio.it - tel.3286167371

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