Data: 26/05/2014 12:00:00 - Autore: Laura Tirloni

Di Laura Tirloni - Nel periodo dell'adolescenza, la frequente spinta a compiere azioni criminali pu� dipendere da componenti di degrado sociale, dal bisogno di riscatto della propria immagine personale e di appartenenza al gruppo e da tentativi di prendere le distanze dalla famiglia d'origine attraverso comportamenti trasgressivi e violenti. Bisogna sottolineare che quanto pi� precoce � l'iniziazione criminale, tanto maggiore sar� di norma la probabilit� che tale condotta si protragga nel tempo. Alla base del comportamento antisociale c'� una sostanziale difficolt� ad accettare e rispettare le regole sociali e la presenza di un disturbo della condotta, un disturbo dell'attenzione con iperattivit� (ADHD) e di un disturbo oppositivo provocatorio in et� prescolare e scolare, risultano predittivi rispetto alla comparsa del disturbo in et� adulta.

L'attrazione tipica dell'adolescente verso le emozioni forti, la ricerca del pericolo, la costante sfida nei confronti dell'autorit�, il senso di onnipotenza e il pensiero dicotomico �tutto o nulla�, se da una parte sono funzionali al processo di individuazione e alla costruzione dell'identit� personale, in casi estremi possono facilitare le condotte antisociali. La crisi che caratterizza il periodo adolescenziale � il pi� delle volte sofferta, ma � anche utile, a patto che non trascini con s� conflittualit� affettive e psicologiche irrisolte, che andranno cos� ad acuire il senso di  inadeguatezza e di sfiducia nei confronti del mondo esterno e degli altri. A seconda dei casi, si potr� quindi assistere ad una crisi adolescenziale �sana�, piuttosto che ad una �complicata�, in base alle strategie e risorse a cui l'adolescente potr� attingere per rispondere ai propri bisogni e alle nuove richieste ambientali. Come sappiamo, il comportamento antisociale � spesso alimentato da sottostanti vissuti di insicurezza, dalla difficolt� a modificare uno stile di vita strutturato nel tempo e dall'incapacit� di perseguire con tenacia obiettivi di vita costruttivi. L'aggressivit� e l'impulsivit� sono spesso i principali precursori della delinquenza futura, poich� interferiscono negativamente con la capacit� di autocontrollo.

Da quanto emerge da studi internazionali, il coinvolgimento in attivit� delinquenziali in adolescenza � talmente frequente da essere definito un processo statisticamente 'normale', con un picco tra i 15 e i 17 anni e una successiva regressione del fenomeno verso i 20 anni. Il comportamento antisociale e delinquenziale pu� quindi essere interpretato come un tentativo, seppur inadeguato, di risposta a un cambiamento fisico e psicologico che l'adolescente non � in grado di gestire. Come una richiesta di attenzione, un tentativo di esplorare il mondo all'interno del quale ritagliarsi un ruolo sociale, una reazione alla frustrazione e una ricerca di appartenenza al gruppo.

A tutto ci� si aggiungano i cambiamenti biologici e ormonali che possono favorire l'instabilit� emotiva del giovane, favorendo i disturbi dell'umore. Infatti, la corteccia prefrontale, ossia quella zona deputata al controllo delle reazioni emozionali, matura solo intorno ai 20 anni, et� in cui, di norma, si abbandona il turbolento periodo tardo adolescenziale per entrare a pieno titolo nell'et� adulta.




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