Data: 30/06/2014 18:30:00 - Autore: Laura Tirloni

di Laura Tirloni - Simulare una malattia mentale, mostrando sintomi psichici che non hanno corrispondenza con la realt�, oppure dissimulare stati d'animo per mostrarsi pi� adattati a gestire determinate situazioni, sono comportamenti che il soggetto pu� mettere in atto per ottenere dei vantaggi di diverso tipo. 

In un contesto prettamente valutativo come quello peritale, non � raro che il soggetto sottoposto a perizia, oppure colui che si presenta in qualit� di vittima, cerchi di "mentire" per ottenere il massimo vantaggio possibile. 

Cos� ad esempio, simulando un disturbo mentale, il soggetto potrebbe rappresentare al magistrato una sua inesistente condizione di incapacit� di intendere e di volere, cosa che risulterebbe strumentale per evitare la detenzione in carcere. 

Ma anche nel processo civile, non � raro che si ricorra alla simulazione di sintomi psichici per ottenere un risarcimento del danno. Cos� come pu� accadere che il soggetto cerchi di nascondere alcuni aspetti disfunzionali di s�, nel corso di un procedimento di adozione o di affidamento di minori, oppure nell'ambito dei procedimenti di separazione dei coniugi, allorch� si debba decidere in merito all'affidamento dei figli. 

Spesso, � proprio da queste situazioni che si generano le maggiori difficolt�, sia da un punto di vista medico-legale che da quello strettamente psichiatrico, quando il perito si trova a dover stabilire l'autenticit� di alcune manifestazioni psicologiche e la presenza o meno di un disturbo psicopatologico reale.

Una definizione che risulta ancora oggi particolarmente utile e valida a livello operativo � quella fornita da Callieri e Semerari (1959), che definisce la simulazione come un �processo psicologico caratterizzato dalla decisione cosciente di riprodurre, imitandoli, sintomi patologici, e di mantenere tale imitazione per un tempo pi� o meno lungo e con l'aiuto di uno sforzo continuo fino al conseguimento dello scopo�. Il concetto di simulazione va a braccetto con quello di dissimulazione, processo attraverso il quale il soggetto, al contrario, tende a minimizzare alcune informazioni su di s�, senza per altro mentire; lascia emergere solo in parte il proprio disagio e i sintomi della malattia, cerca di apparire pi� adattato di quel che non �, allo scopo di ottenere vantaggi di varia natura.

A livello pragmatico, le maggiori difficolt� sono legate all'ampia variet� di tipologie cliniche di simulazione che possono essere presentate dal soggetto.

Il soggetto pu� consapevolmente simulare la presenza di schizofrenia quando ha commesso reati gravi oppure pu� simulare danni psichici nell'ambito di un giudizio civile per mobbing.

Non sono rari anche i casi di simulazione di uno stato isterico o depressivo, durante i quali il soggetto mette in scena uno stato di alterazione mentale.

C'� poi la simulazione di amnesia, che viene spesso attuata dagli indagati o imputati di fatti di sangue che dichiarano di non ricordare quanto accaduto, oppure nei casi in cui si debba valutare la misura del danno biologico sub�to a seguito di traumi.

Anche il disturbo post-traumatico da stress � di frequente simulato per ottenere vantaggi economici (sotto il profilo risarcitorio), mentre i disturbi fittizzi e la sindrome di Munchausen sono condizioni cliniche in cui i pazienti �scelgono� di ammalarsi per una �necessit� psicologica�, che appare tuttavia slegata dall'idea di ottenere anche vantaggi economici.

La particolare complessit� di tale contesto rende senza dubbio indispensabile un approccio interdisciplinare e il confronto di diversi punti di vista, per poter fornire una risposta in merito alla presenza di fenomeni di simulazione/dissimulazione e per poter discernere ci� che � solo frutto di immaginazione o dell'inganno, da ci� che � la realt� psichica del soggetto.

Bisogna poi tenere presente che non sempre le persone conoscono nei dettagli le peculiarit� sintomatologiche di alcune patologie psichiche ed � su questo che deve far leva il consulente tecnico d'ufficio, per scoprire se il soggetto sta mentendo.

Ma anche l'avvocato pu� avere un ruolo decisivo perch�, al di l� di ci� che pu� essere accertato nell'ambito delle operazioni peritali, non si deve dimenticare che ci sono diversi strumenti di prova a disposizione delle parti, che possono risultare utili per smascherare un simulatore.

Purtroppo si � dimostrato che, anche sottoponendo il periziando a test e questionari, questi potrebbe comunque riuscire a simulare uno stato depressivo inesistente. Pertanto, un'azione congiunta dell'avvocato e dello psicologo pu� sicuramente offrire maggiori possibilit� di smascherare una simulazione in atto.

Non bisogna ad esempio dimenticare che una depressione grave, spesso comporta ricoveri o comunque delle terapie, anche farmacologiche. Se di queste non viene offerta alcuna prova dal danneggiato, si pu� ipotizzare che verosimilmente il soggetto non sia affetto da una depressione maggiore.

Spesso, inoltre, la despressione grave comporta una serie di compromissioni sociali e relazionali. Se si dimostra che il soggetto conduce una vita sufficientemente adattata e che non ha mai intrapreso percorsi psicoterapeutici, si pu� gi� verosimilmente escludere che ci si trovi di fronte a una depressione grave. Resta pur sempre la difficolt� di smascherare le depressioni minori, perch� queste non impediscono al soggetto di condurre una vita relativamente "normale". In tal caso l'indagine del perito dovr� estendersi anche alle possibili cause della depressione, evidenziando se pu� sussistere un nesso di causalit� tra l'entit� del trauma subito e il danno lamentato dal soggetto.


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