Data: 05/08/2014 18:00:00 - Autore: Marina Crisafi
Una marcia indietro annunciata quella sulla c.d. "quota 96" considerate le remore con cui Montecitorio aveva dato il suo ok nei giorni scorsi. Cade cos� uno dei cardini del decreto P.A. che ha avuto dal Senato l'approvazione quasi definitiva.

Aldil� delle rassicurazioni del premier Renzi, che ha minimizzato la questione, spiegando che di fatto l'intervento esulava dalla ratio della riforma della P.A. e annunciando un decreto ad hoc entro la fine di agosto insieme al "pacchetto scuola", sta di fatto che i 4.000 insegnanti "liberati" dal giogo della riforma Fornero, in possesso dei requisiti della quota 96 (della somma cio� tra l'et� anagrafica e quella contributiva) non potranno andare in pensione

Da palazzo Madama, arriva anche: il dietrofront sui pensionamenti facili, che consentivano di mandare a riposo i primari e i professori universitari al compimento dei 68 anni; lo stop alla cancellazione delle penalizzazioni per le uscite anticipate dal lavoro (prima dei 62 anni) e ai benefici per le vittime del terrorismo (in caso di invalidit� permanente).

Tutti punti, quelli descritti, affossati dalla Ragioneria dello Stato che ha sollevato problemi di "copertura", sia in termini di fabbisogno che di indebitamento ai sensi delle norme sulla contabilit�. 

Appunti ed emendamenti accettati, giocoforza, tra polemiche e delusioni, quale unica via d'uscita per ottenere il s� del Senato, dati i tempi stretti per non far decadere il decreto (la cui scadenza � prevista per il 23 agosto), ma che fanno saltare l'impianto "rivoluzionario" delle misure finalizzate a "rottamare" la vecchia macchina burocratica dello Stato, favorendo la staffetta generazionale nella P.A. 

Ora, dopo il bis della fiducia (gi� chiesta in prima battuta e ottenuta anche al Senato con 160 s� e 106 no), il decreto 90 dovr� correre alla Camera per la terza e definitiva lettura ed essere convertito, salvo sorprese, prima della pausa estiva. 



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