L'A.GI.FOR. Associazione Giovanile Forense Nazionale IMPUGNA I CONTRIBUTI MINIMI AVVOCATI (Regolamento attuativo ex art. 21, commi 8 e 9, della Legge 247/2012).
Il Direttivo Nazionale dell'A.GI.FOR. ha deliberato di impugnare il Regolamento attuativo ex art. 21, commi 8 e 9, della Legge 247/2012, approvato con Nota ministeriale e pubblicata in G.U. del 20 agosto 2014, avanti il T.A.R. del Lazio.
Il Direttivo Nazionale dell'A.GI.FOR. ha deliberato di impugnare il Regolamento attuativo ex art. 21, commi 8 e 9, della Legge 247/2012, approvato con Nota ministeriale e pubblicata in G.U. del 20 agosto 2014, avanti il T.A.R. del Lazio.
In foto: Avv. Giovanni Marchio, Coordinatore Nazionale A.GI.FOR | via http://www.traniviva.it/
"L' A.GI.FOR, Associazione Forense promotrice della Riunione del 7 settembre 2014 (1), chiede il fattivo sostegno di tutti i Colleghi destinatari degli effetti giuridici del summenzionato Regolamento per sostenere le spese del Ricorso e la collaborazione ed il sostegno delle altre realtà associative forensi interessate a sostenere politicamente e giudizialmente il Ricorso ed il contrasto alla sottesa politica censuaria di sfoltimento e c.d bonifica dell'Albo in danno delle Colleghe donne, dei giovani e socialmente fragili.
A tale scopo si invitano i Colleghi tutti a contribuire con una libera partecipazione economica alle spese dell'ingenerando giudizio, contattando l'Agifor all'indirizzo e-mail agifor@virgilio.it. Si specifica che l'adesione all'iniziativa giudiziaria è assolutamente svincolata dal tesseramento all'Associazione Giovanile Forense e deve essere interpretata unicamente in un'ottica di autoresponsabilizzazione della categoria forense. Cordiali saluti.
Avv. Carlo Testa, Presidente Nazionale A.GI.FOR
Avv. Giovanni Marchio, Coordinatore Nazionale A.GI.FOR
Avv. Stefano Galeani, Presidente A.GI.FOR ROMA"
A cura di Avv. Gabriella Filippone - Il regolamento è in vigore dal giorno successivo alla pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale. E' stato pubblicato in Gazzetta Uff. del 20 agosto 2014 N° 192 pertanto, è in vigore dal 21 agosto 2014.
Il contributo per finanziare il ricorso: non conosco l'importo e comunque si parla di libera partecipazione, libero contributo alla causa.
Giovanni Marchio, Coordinatore Nazionale A.GI.FOR: < .. il contributo che chiediamo è libero. Sollecitiamo a versarlo il più presto possibile, visti i tempi strettissimi per l'impugnazione (abbiamo meno di 60 giorni per l'iscrizione a ruolo). Le modalità per il versamento vi verranno date privatamente, inviando una mail all'indirizzo Agifor (agifor@virgilio.it).>
Il problema, sia ben chiaro, non è l'iscrizione obbligatoria, il problema è il contributo richiesto ed elaborato da Cassa Forense, anomalo in quanto svincolato dal reddito: si paga - anche a reddito 0 (zero) - un importo predefinito ed impacchettato.
Paghi comunque ed obbligatoriamente anche se per motivi di età non hai diritto - secondo Cassa Forense - ad una pensione erogabile (raggiunti limiti, si parla di 40 anni, dopo tale soglia sono guai), paghi dunque per ricevere in cambio il nulla previdenziale, per foraggiare gli altri e la Cassa; sballottati da un ente previdenziale (INPS) all'altro (CF), perdendo così anche quanto versato in passato in conto previdenza all'INPS. Stesso effetto di un trattore su un campo di tulipani olandesi.
Richiamo qui un commento dell' Avv. Rosaria Libera Greco:
"FASCE DI AVVOCATI PROSSIME AD ESSERE ESPULSE DAL MERCATO
Sarò in errore io, ma ho sempre saputo che la professione di avvocato è libera: certo, va svolta entro una determinata cornice normativa, ma le scelte su quanto lavorare e quanto guadagnare dovrebbero, alla fin fine, essere demandate solo al professionista.
Oggi, invece, non solo l'avvocatura è gravata da un cumulo di balzelli palesi ed occulti, ostacolata da paletti studiati ad hoc per espellere dal mercato precise fasce di professionisti, asfissiata da norme e pratiche tese ad imbarbarire la concorrenza, limitare l'ambito di azione e ridurre la redditività della professione, ma è anche costretta a raggiungere parametri reddituali in alcuni contesti del tutto irrealistici."
Una proposta condivisibile ed equa per la classe forense:
iscrizione obbligatoria e contributi previdenziali proporzionali al reddito! Contributivo per tutti e minimi obbligatori decisamente più bassi! Chi dichiara 10.300 euro non può pagare a regime 3.700 alla Cassa! Le agevolazioni sono per i neo iscritti...e gli altri (le agevolazioni, come sappiamo, non sono previste per chi è già iscritto alla Cassa da almeno 5 anni)? Costringere di fatto dei Colleghi a cancellarsi dall'albo perché guadagnano poco è incostituzionale e discriminatorio. "Giusto pagare i contributi in base al reddito dichiarato...ingiusto accollarsi il peso del debito previdenziale cagionato dalle pensioni retributive che solo alcuni ricevono e riceveranno! Il retributivo è insostenibile...difficile capirlo? " (cit. Avv. Claudia Marra)
Il Collega Davide Mura ha predisposto nel suo blog "una guida orientativa sui contributi minimi dovuti alla Cassa a seguito dell'iscrizione d'ufficio, facendo presente che i predetti contributi sono relativi all'anno 2014. Perciò è probabile che per l'anno 2015, così come per i successivi anni, salvo modifiche della disciplina, gli importi verranno aggiornati e adeguati". Per visualizzare le tabelle e gli importi clicca qui: Le tabelle esplicative non ufficiali sui contributi minimi dovuti in base al regolamento di attuazione dell'art. 21, L. 247/2012
Preme spingere anche presso le altre associazioni forensi rappresentative perché partecipino e sostengano il ricorso. Non è facile accedere ai media nazionali, i quali, di regola, attingono le notizie da Cassa Forense anziché dagli avvocati coinvolti dalla riforma.
Immagine | via flickr
Senza dire del flusso dei Colleghi che hanno accolto il Regolamento con soddisfazione, nemmeno malcelata, nella prospettiva di escludere potenziali e non "concorrenti" professionali. "Mors tua vita mea". Non resta che appellarsi ai giudici, al senso civico, al buon senso, alla Costituzione, agli organi di giurisdizione europea, se necessario.
Tolleranza zero sui legali morosi
Il Presidente di Cassa forense: all'ordine l'elenco di chi non paga per i profili disciplinari.
Intervista a Nunzio Luciano: “Il progetto prevede che i soggetti che risultassero ancora morosi dopo il sollecito della Cassa, vengano segnalati al Consiglio dell'Ordine di appartenenza per la valutazione dei possibili profili disciplinari.
(Ignazio Marino, pag. 4)
Dei perseguitati e dei persecutori, viene da commentare.
"C'è una considerazione di Stefano Rodotà ( che ho appena letto ... << La rivoluzione della dignità>>) che condivido : << Se le nuove opportunità sono offerte selettivamente, se l'accesso dipende dalle risorse finanziarie >> dei singoli << si giunge ad una società castale ; si opera una riduzione della cittadinanza , che diviene censitaria ; più drammaticamente , si giunge ad un human divide ......>> insomma si materializza un'utopia al contrario , un'utopia negativa ...." (cit. Avv. Giuseppe Magarò)
Questa espressione sintetizza il principio in base al quale tutti sono tenuti al dovere (generico) di non ledere l'altrui sfera giuridica."
"I contributi fissi sganciati dal reddito effettivo violano il principio della capacità contributiva, ergo, a mio sommesso avviso, sono incostituzionali. Posso pagare all'ente previdenziale una cifra superiore a quella che guadagno? E' assurdo. Nessuno ha mai veramente posto all'attenzione della Corte Costituzionale tale problematica.
E come la mettiamo inoltre con quei colleghi che oggi hanno 50/ 55 anni di età e che pur iniziando a pagare la Cassa da oggi non vedranno mai un centesimo di pensione? (visto che ci vogliono 35/40 anni di contributi per acquisire il diritto a percepirla) e un reddito dichiarato maggiore di 10.300 euro all'anno? A che titolo Cassa Forense chiede soldi a questi soggetti giuridicamente spogli di qualunque tutela? Io pago i contributi per avere una pensione, ma se tu Cassa la pensione non me la dai a che titolo mi chiedi questi soldi? Perché dovrei pagare i contributi se non mi darai mai una pensione? Dove sta il rapporto sinallagmatico?
Penso siano tutte domande legittime.......ciò che invece è illegittimo, a mio avviso, è il comportamento e il regolamento di Cassa Forense." (cit. Avv. Fabio Scarnati)
E chi gliel'ha detto all'esimio Luciano che all'Inps si pagava e si paga di più? All'Inps si paga in maniera contributiva in proporzione a quanto si guadagna. E se uno guadagna in media 5 / 6000 euro all'anno non credo proprio che dovrebbe pagare all'Inps 3.800 euro di contributi come accade invece adesso in Cassa Forense con questo scellerato regolamento!" (cit. Avv. Fabio Scarnati)
"Domanda da un milione di dollari: se ho 55 anni e mi iscrivo oggi alla Cassa, a 95 anni percepirò l'agognata pensione?
Sapete presso quale sportello si ritira il modulo per stipulare un contratto (che mi garantisca di arrivare a quella età) col Padreterno?
E San Pietro che dice, è d'accordo oppure nicchia?" (cit. Avv. Fabio Scarnati)
- € 2780 per Contributo soggettivo minimo obbligatorio ex-art. 7, comma 1, lett. a)
- € 151 per Contributo maternità ex-art. 7, comma 1 lett. c) (questo già dal primo anno).
Il collega Mura in un suo interessante articolo di qualche giorno fa:
Ai sensi dell'art. 12 u.c. nei confronti di coloro che, alla data di entrata in vigore del presente Regolamento erano già iscritti in un Albo forense ma non alla Cassa, le agevolazioni contributive di cui all'art. 7 si applicano senza tenere conto dei limiti di età ivi previsti.
Il contributo per maternità si applica invece a tutti.
Dunque, se i miei calcoli non sono sbagliati, un avvocato quarantenne, iscritto all'albo ma non alla cassa, vista l'iscrizione d'ufficio:
Naturalmente non ho tenuto conto delle possibili rivalutazioni e aumenti che verranno fatti negli anni successivi.
vedi anche l'articolo: "Approvati i contributi minimi obbligatori avvocato"
Aggiornamento al 26.08.2014:
Federico Berti ha condiviso il suo evento.
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