Data: 09/09/2014 08:30:00 - Autore: Marina Crisafi

Poteva anche essere mansueto e docile come sostenuto dai proprietari, ma � indubbio che il pastore maremmano dalle scorribande libere nel vicinato aveva finito per azzannare una donna, procurandole multiple ferite alla mano destra. Del resto, � �norma cautelare ovvia�, che un animale di tal fatta, �di grossa taglia e idoneo all'offesa�, venga adeguatamente custodito o comunque reso inoffensivo mediante museruola.

Cos� ha statuito la Cassazione (con sentenza n. 36461 dell'1 settembre 2014), confermando la condanna dei due proprietari del cane, per il delitto di cui agli artt. 110 e 590 c.p. per non aver impedito allo stesso, custodendolo in modo idoneo, in violazione dell'art. 672 codice penale, di aggredire una passante procurandole lesioni alla mano destra.

Non vi � alcun dubbio, infatti, per la Corte, sulla responsabilit� di entrambi gli imputati, in fatto �investiti di posizione di garanzia, in quanto avevano in potere l'animale�.

N� pu� assumere rilievo, ha sottolineato la S.C., considerate le incontroverse acquisizioni processuali che hanno evidenziato la palese inidoneit� della custodia, la circostanza che in occasione dei sopralluoghi effettuati dalla polizia locale, il cane si fosse mostrato non aggressivo.

N� tanto meno, ai fini dell'esclusione della corresponsabilit� di entrambi gli imputati, poteva rilevare il fatto che, per ragioni di salute, uno dei due non era in grado di custodire adeguatamente l'animale non potendo impedire l'evento, poich� secondo la Corte, ci� non fa venir meno �l'obbligo di ben scegliere le persone alle quali affidare le cure dell'animale, vigilando che l'operato fosse adeguato a tutelare l'integrit� fisica dei terzi (e, nella specie, la reiterazione delle scorribande del cane rendeva evidente l'inadeguatezza dell'operato)�.

Su questo assunto, pertanto, la Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso.


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