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Data: 10/09/2014 15:00:00 - Autore: A.V. Sono ormai trascorsi quasi venticinque anni dall'adozione della Convenzione sui Diritti dell'Infanzia e dell'Adolescenza da parte dell'Assemblea Generale delle Nazioni Unite ed è, ancora oggi, di estrema attualità uno dei principi più rivoluzionari che un trattato abbia potuto introdurre nell'ordinamento mondiale: il perseguimento del superiore interesse del fanciullo in tutte le decisioni che lo riguardino.
Non è mai da trascurare, allora, che un simile obiettivo debba trasformarsi da generica affermazione di principio in un effettivo e concreto riconoscimento di diritti civili in capo ad un soggetto, il minore di età, che per condizione naturale non è spesso in grado di esprimere il proprio pensiero e, conseguentemente, di ottenere la piena tutela dei propri diritti soggettivi. Risulta, perciò, doveroso continuare ad interrogarsi sul se e sul come i diritti dei fanciulli vengano concretamente tutelati, soprattutto quando gli stessi si trovino a confliggere con i diritti dei propri genitori, talora inconsapevoli dei gravissimi riflessi negativi che le loro scelte “da adulti” possono produrre su persone, la cui crescita è ancora in atto e che hanno diritto a non subire alcun tipo di pregiudizio. Chiedersi, infatti, quali effetti possano derivare sulla persona del minore, in conseguenza di interventi giudiziari che possono anche (solo apparentemente) non riguardarlo in prima persona, è un esercizio di profonda riflessione ed analisi sull'ordinamento che il nostro legislatore ha pensato per la tutela dei minori di età.
In tale ottica di approfondimento degli strumenti attualmente vigenti in detto ambito, si pone il presente lavoro, che prova a tracciare una evoluzione storica del concetto di famiglia e, subito dopo, del concetto di interesse del minore, cercando di cogliere quale sia la collocazione del minore di età all'interno del nucleo familiare di appartenenza, mediante un certosino esame degli aspetti che più frequentemente comportano una situazione di concreto pregiudizio per il minore. L'Autore ha cercato, in tal modo, di fornire un quadro di lettura ad ampio spettro, tenendo conto delle varie tipologie di interesse del minore che non è mai uno solo ed univoco, ma che può essere plurimo e variegato, così come diversi sono i diritti civili (di tipo politico, sociale, economico, culturale) che sono stati riconosciuti in capo al minore di età e che le istituzioni sono chiamate a garantire. Il punto focale dell'attività di ricerca si concentra, allora, sul fondamentale istituto dell'ascolto del minore, ascolto che risulta essere un momento determinante per garantire al minore di età il proprio diritto di partecipare, con l'espressione del proprio libero pensiero, alla formazione di quel o di quei provvedimenti giudiziari che influiranno, in un modo o nell'altro, sul proprio futuro. Il ruolo dell'Autore diventa, allora, quello dell'osservatore, che cerca di comprendere come ed in che forma si attui l'ascolto, utilizzando lo strumento della ricerca empirica, dall'esame della quale emerge la differente applicazione pratica di un principio fondamentale, quello dell'ascolto del minore in ogni procedura giudiziaria o amministrativa che lo riguardi, senza che si voglia in alcun modo assumere una posizione su quali possano reputarsi le prassi “virtuose” e quelle che, al contrario, necessiterebbero di una più efficace applicazione del dato normativo. Non può, perciò, sfuggire al lettore attento ed informato che il metodo scientifico più corretto ed oggettivo è proprio quello di procedere dall'esame del fenomeno o del dato osservato, per poi spingersi solo in un secondo momento alla formulazione di teorie in grado di fornire una spiegazione del fenomeno analizzato, che, tuttavia, necessita di essere sottoposto nuovamente al vaglio dell'esperimento per verificare validità ed efficacia del risultato ottenuto. Ed è in tale direzione che si muove il prezioso lavoro compiuto dall'Autore, il quale, lungi dall'ergersi a “giudice” di modalità operative, di cui si limita a fornire notizia, stimola a riflettere su quanti e quali siano stati i traguardi raggiunti in una materia, quale è quella della tutela del superiore interesse del minore, con lo spirito di chi comprende che ogni evoluzione mira a migliorare gli obiettivi già ottenuti, in vista di nuove mete e di conquiste sempre più garantiste. Tiziana Petrachi, avvocato esperto in materia minorile Il volume può essere acquistato qui:
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