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Data: 17/09/2014 15:00:00 - Autore: Laura Tirloni
Di Laura Tirloni - Il
Negozio Giuridico nasce da una scommessa lanciata nell'ormai lontano 2005 a
Genova, allo slogan: "avvocati di pace, non di guerra". Ma
in cosa consiste nella pratica?
Si tratta del primo “ambulatorio
legale in Italia” e prende avvio da una visione non litigiosa della
professione forense, in un'ottica preventiva e conciliativa delle
controversie.
Il
Negozio Giuridico, infatti, non può essere considerato un semplice studio legale, ma si propone
come luogo che riunisce avvocati che hanno scelto di non dedicarsi
all'attività giudiziale contenziosa e di non assumere incarichi
giudiziali. Una scelta un po' azzardata, forse, visto che in base al
senso comune, ancora prevale l'idea che l'attività principale di un
avvocato siano le cause.
Il
principio portante del Negozio Giuridico è, al contrario, quello di
cercare di risolvere il contenzioso senza dover approdare per forza
in Tribunale. Uno spazio per certi versi innovativo, dunque, che si
ripropone di gestire i problemi di carattere legale alla stregua di
una patologia, secondo la filosofia del “meglio prevenire che
curare”.
Il
Negozio è l'antitesi dei grandi studi all'americana, strutture
impersonali che tendono a smistare i clienti in modo meccanico, prevalentemente in
base alla richiesta. Nel Negozio Giuridico, il rapporto con il cliente vuole
essere più diretto, più personale e giungere ad un vantaggio anche
sul piano sociale: quello di un minor ricorso agli organi giudiziari.
L'obiettivo
di questa nuova realtà è anche quello di “svecchiare”
l'immagine tradizionale dell'avvocato nella percezione comune,
creando una figura nuova e complementare all'avvocato “tradizionale”:
quella del mediatore della cultura giuridica, ossia un professionista
che sia accessibile, di facile consultazione, supportivo per il
cliente, e che prima di tutto lo aiuti a decifrare la realtà
giuridica in cui si trova immerso e a selezionare il comportamento
più adeguato a una data situazioni, mantenendo come primario
l'obiettivo di salvaguardare la qualità delle relazioni umane.
Una corrente
giuridica, questa, che si ripropone un mutamento di mentalità
rispetto a quella più tradizionale (a cui intende affiancarsi e non
sostituirsi), più al passo coi tempi, e che si prefigge di
restituire alla figura dell'avvocato un'immagine di lealtà e di
supporto.
Si tratta di una
scelta etica che, secondo i suoi sostenitori, si traduce in uno stile comportamentale a “lunga
semina”, in grado di dare i migliori frutti nel lungo
periodo e che riunisce in sé aspetti
positivi per il cliente, per la società e per l'avvocato stesso.
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