Data: 23/09/2014 10:00:00 - Autore: Marina Crisafi
Due ragazzi venivano arrestati per la cessione concorsuale di una dose di stupefacente
ad una persona non identificata nonché per l'illecita detenzione di diversi ovuli
di cocaina. Sostenendo di essere
minorenni invocavano l'incompetenza del tribunale ordinario a favore del
tribunale per i minori e la revoca della custodia in carcere, ma l'esame radiologico del polso li smentiva
nettamente rivelando un'età sensibilmente maggiore degli anni diciotto.
Dopo il rigetto dell'istanza da parte dei
giudici di merito, la vicenda approda in Cassazione,
per la quale non vi è alcun dubbio: la radiografia del polso secondo il metodo di Greulich e Pyle (al quale
entrambi gli indagati erano stati sottoposti in ospedale) non può far sorgere incertezze.
Si tratta, infatti, si legge nella sentenza
n. 38280 del 18 settembre 2014, di
uno dei metodi scientifici più affidabili “in
grado di offrire un tranquillizzante grado di certezza in ordine ai suoi
esiti circa il processo di accrescimento
dell'organismo nell'età evolutiva".
Né può assumere rilievo, come nel caso di
specie, la circostanza che alcuni autori scientifici asseriscano “l'esistenza di un precoce sviluppo
scheletrico nei soggetti di razza africana, ciò sarebbe vero nei primi anni di
vita, mentre perderebbe significato nell'infanzia inoltrata ed a maggior
ragione in fase adolescenziale allorchè lo sviluppo scheletrico diverrebbe
analogo a quello della popolazione caucasica”.
Invero, sulla base di tale metodo, ha spiegato
la Suprema Corte, rigettando il ricorso, i sanitari hanno verificato “la completa saldatura dei nuclei di
accrescimento radiale ed ulnare”, affermando che la possibilità che gli
inquisiti fossero minorenni appariva “come
un'ipotesi limite, estremamente improbabile e dunque inidonea ad essere
ricondotta alla categoria di un'incertezza cui attribuire un valore giuridico”.
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